La vita quotidiana durante il Rinascimento quattordicesimo,quindicesimo,sedicesimo secolo
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

La vita quotidiana durante il Rinascimento quattordicesimo,quindicesimo,sedicesimo secolo

Riconversione: (In economia) Riorganizzazione degli orientamenti, degli apparati, dei processi produttivi, che determina una radicale trasformazione

La famiglia

La famiglia: Rinascimento

Il matrimonio

La figura della madre

La società del tempo

Le donne nella società

L'educazione femminile

Il lavoro femminile

Abiti e acconciature maschili

Abiti e acconciature femminili

La cura dei capelli e del corpo

Ambiente domestico

Le case dei poveri

I palazzi dei signori


Dalla fine del sec. XIV alla seconda metà del XVI, si ha in Italia una grande fioritura della vita culturale e delle manifestazioni artistico-letterarie, che ha preso nella storia il nome di Rinascimento. Il termine, usato per la prima volta dal Vasari, indica l'idea di trovarsi all'inizio di una nuova epoca di rigenerazione dell'umanità.
In politica si afferma l'onnipotenza della monarchia, in netto contrasto con il precedente feudalesimo e con le successive forme di sovranità popolare (comuni; signorie). Nella storia socio-economica predomina la figura del mercante, nel quadro di un equilibrio economico tra città e campagna e di tensioni sociali essenzialmente agrarie.
Se il Rinascimento, con i caratteri ora accennati, è, nell'accezione generale del termine, un fenomeno europeo, le sue radici sono indiscutibilmente italiane e più precisamente fiorentine. E' infatti nel primo Umanesimo fiorentino, che si afferma il primato della vita attiva su quella contemplativa e si nega al dotto il diritto alla solitudine, imponendogli, al contrario, di vivere e operare nella società.
Importanza culturale
La ricchezza concentrata, più che la ricchezza diffusa, protessero le arti, le lettere e la musica. Letterati e artisti si misero alla ricerca di patroni, e al carattere cittadino della prima educazione umanistica, si contrappose la nuova figura del cortigiano.
Tale ripiegamento umanistico della cultura, le diede però una nuova capacità di espansione europea.
Intorno alla Chiesa gravitavano anche i maggiori scrittori del Rinascimento: l'Ariosto, che godeva di benefici ecclesiastici e sperava nei favori di papa Leone X; il Machiavelli, che sognava un principato laico fondato sul prestigio del papato mediceo, e il Guicciardini, che, pur non condividendo la tirannia degli "scellerati preti", servì per un ventennio i pontefici. L'incontro degli intellettuali con la Chiesa, nel Rinascimento, era dovuto a due ragioni fondamentali: anzitutto, al desiderio, da parte di scrittori e artisti, di sfuggire all'isolamento provinciale e municipale cercando riparo nella corte di Roma, cioè nel più solido principato italiano; e poi, alla politica della Chiesa nei confronti degli intellettuali. Leone X, infatti, identificò il proprio sogno di grandezza con il sogno di grandezza del Rinascimento.
Ma, già con il sacco di Roma del 1527 e, più tardi, con il pontificato di Paolo III Farnese, il processo di integrazione laica nelle strutture ecclesiastiche si bloccò definitivamente ed il nuovo assetto territoriale, frutto dall'egemonia spagnola, riportò i letterati alle corti. Esempio illustre di questo parallelo tra arte e potere è il Tasso.
Sempre più vincolato con il potere, l'intellettuale italiano rinunciò alla sua totale autonomia e con tale sconfitta si concluse la grande vicenda spirituale dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano.
Sul finire del sec. XV il divario tra la cultura umanistica italiana e la cultura europea si avvia ad essere colmato: la discesa, nel settembre 1494, di Carlo VIII in Italia, segna l'inizio di un ben più traumatico contrasto tra la centralità dell'Italia, dal punto di vista artistico-culturale, e la crescente marginalità politico-economica che la confinerà alla periferia dell'Europa moderna. L'Italia resta infatti esclusa da alcuni eventi determinanti come le grandi scoperte geografiche, la Riforma e gli inizi della scienza fisica moderna.
Se il feudalesimo fu disintegrato politicamente dall'assolutismo dei sovrani, non fu però bloccato il processo di riconversione feudale e fondiaria del capitale: la ricchezza si concentrò nelle mani di pochi privilegiati, provocando una diminuzione del reddito pro capite, con la conseguente formazione di sacche di povertà urbana e rurale.

  • Bibliografia
  • Duby, G. e Perrot, M. Storia delle donne. Dal Rinascimento all'età Moderna. Roma-Bari, Laterza.

  • Enciclopedia Rizzoli Larousse 1997

  • Kohler, C. 1963 A History of Costume, New york, Dover Publications, Inc

  • Larivaille, P. 1989 La vita quotidiana delle cortigiane nell'Italia del Rinascimento, BUR

  • Larivaille, P. 1995 La vita quotidiana in Italia ai tempi di Machiavelli, BUR



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