La storia del Lazio
Il Latium, territorio originariamente abitato dai Latini, con l'ampliarsi delle conquiste romane, incluse anche i paesi degli Ernici, degli Equi, degli Aurunci
Il
Latium, territorio originariamente abitato dai Latini, con l'ampliarsi
delle conquiste romane, incluse anche i paesi degli Ernici, degli Equi,
degli Aurunci e dei Volsci, così che i suoi confini vennero estesi fino
ai Marsi, ai Sanniti e alla Campania. Questo nuovo e più ampio territorio
prese il nome di Latium novum in contrasto con il Latium vetus,
che indicava il Lazio nella sua primitiva estensione.
Nell'ordinamento
amministrativo dell'Italia, ad opera di Augusto,
il Lazio, costituì insieme con la Campania la I regione, divenendo di
fatto estensione di Roma.
Questa regione tornò ad avere una storia autonoma solo dopo la guerra
gotica (535-553) e la conquista bizantina, poiché il "ducato romano"
divenne dominio dell'imperatore d'Oriente. Ma presto, a causa delle
lunghe guerre combattute contro i Longobardi, il territorio venne lasciato
privo di difese, e venne conquistato dal vescovo di Roma, che possedeva
già nella regione ampi possedimenti.
La Chiesa fu quindi fu in grado di rafforzare il suo potere politico
territoriale, grazie anche alla consegna di Sutri da parte del re longobardo
Liutprando a papa Gregorio II (728)
e di Bomarzo, Amelia e Orte a papa Zaccaria
(742).
Parallelamente però il rafforzarsi dell'aristocrazia laica ed ecclesiastica,
che aveva la sua base in questa regione, diede vita ad una pluralità
di poteri in costante concorrenza tra loro, portando i vari signori
ed il vescovo di Roma a contendersi continuamente porzioni di territorio
laziale, sino alla metà del XVI sec..
Molti papi, come Innocenzo III (1198-1216), tentarono, inoltre, di rafforzare
il loro potere territoriale, cercando di affermare la propria autorità
sulle province della Tuscia, Campagna e Marittima attraverso funzionari
della Chiesa (rettori), al fine di abbattere la potenza dei Colonna.
Durante il periodo avignonese (1309-1376), però, la lontananza del papa
da Roma favorì il potere dei signori feudali, ai quali si opposero le
vivaci resistenze dei Comuni minori e, soprattutto di Roma, che con
Cola di Rienzo provarono a proporsi come antagonisti del potere ecclesiastico.
Ma la restaurazione dell'autorità pontificia, tra il 1353 ed il 1367,
portò ad un totale recupero del Lazio e del resto degli Stati Pontifici,
provvedendo anche al riordinamento sia amministrativo che legislativo
delle terre riconquistate.
Dalla metà del XVI sec., con la vittoria definitiva del potere pontificio,
la storia del Lazio perdette la sua autonomia, confondendosi con quella
degli Stati Pontifici, nel quale formava le province del Patrimonio
di San Pietro (con un governatore a Viterbo) e di Marittima e
Campagna (con un governatore a Frosinone).
Dopo le parentesi della Repubblica Romana del 1798-1799 e dell'annessione
della regione alla Francia, da parte di Napoleone I, in qualità di dipartimento
di Roma (1808-1814), il Lazio tornò nuovamente a far parte degli Stati
Pontifici, con un nuovo ordinamento amministrativo, che divideva il
territorio nella "comarca di Roma" (distretti di Roma, Tivoli e Subiaco)
e nelle delegazioni di Velletri, Viterbo, Civitavecchia e Frosinone.
La regione fu riunita al regno d'Italia nel 1870 quando, dopo l'abbandono
di Roma da parte delle truppe francesi, il generale Cadorna entrò in
territorio pontificio (12 settembre), occupando Roma il 20 settembre.