Da Roma a Schonmunzach
societa
10 Ottobre 2009 amministratore

Da Roma a Schonmunzach

Da Roma a Schonmunzachpercorrendo la strada della speranza e del cambiamento verso il Baden-Wurttemberg 3/5 BASILEA - FRIBURGO - SCHONMUNZACH: terza tappa Arrivo dopo quasi cinque ore a Basilea.


percorrendo la strada della speranza e del cambiamento verso il Baden-Wurttemberg 3/5

BASILEA - FRIBURGO - SCHONMUNZACH: terza tappa
Arrivo dopo quasi cinque ore a Basilea. Sì, non ci ho messo tanto dopotutto.
Ho solo qualche minuto per non perdere la coincidenza, così con il mio zainone mi tuffo nel passaggio sotterraneo che collega i binari, mentre la gente fa colazione in quei chioschi tipici del nordeuropa. Ne riconosco i colori e gli odori, vorrei fermarmi, ma non c'è tempo.
Riesco a salire su un treno modernissimo, naturalmente tedesco. Mi viene un po' da sorridere, pensando soprattutto a mio nonno, ferroviere, che ha sempre decantato la qualità delle ferrovie teutoniche.
Tra un'ora sarò a Friburgo, non pensavo fossero così vicine.
Mi guardo intorno, ed accanto a volti nordici, dagli occhi chiari, quasi trasparenti, riconosco qualche connazionale, posso intuire quale viva stabilmente qui o al di là del confine, e chi qui ci viene come me.
Un tedesco fluente, tradito da qualche gesto in più, da uno sguardo eloquente.
Sorrido ancora.

Guardo fuori, mentre il paesaggio cambia lentamente. Non posso non notare le innumerevoli attività che si scorgevano già in Svizzera. Ce n'è per tutti i gusti, fabbriche grandi e piccole, più o meno nuove, produzioni classiche o innovative. Il mio tedesco è ancora un po' arrugginito ed intuisco appena il significato delle scritte.
Arrivo a Friburgo. La stazione è più piccola di quanto m'immaginassi, ma meno "straniera" rispetto ad altri Paesi che ho visitato. Al primo impatto non sembra nemmeno di stare in Germania, se non fosse per i "Gleis" (binario) o per i nomi delle località.
La gente è vestita in modo abbastanza "italiano", globalizzazione o buon gusto? Non ho tempo per rifletterci sopra, devo prendere il biglietto per Schonmunzach.
Se la stazione è simile a molte altre, non lo è la biglietteria. Sono le due del pomeriggio e ci sono almeno quattro sportelli aperti. Due per l'emissione dei biglietti, una per le informazioni, una per le informazioni ed acquisto dei biglietti.
Ho chiesto il prossimo treno e la puntualità tedesca si mostra in tutta la sua forza. Allo sportello l'orologio segnava le 13:50, l'operatrice ha emesso il biglietto per le 13:56.
Me ne accorgo e di corsa mi avvio verso il Binario.
Arriva un piccolo treno locale, un po' sgangherato. Dovrò cambiare altre due volte. Il viaggio sarà lungo, ed io comincio ad essere un po' stanca.
Dopo il secondo cambio mi accomodo. E guardo fuori. Si comincia ad intravedere l'incipit della Foresta Nera, l'aria è un po' più fresca ho completamente dimenticato l'afa del solleone di ferragosto.
Salgono studenti, impiegati, operai, che si salutano. Posso intuire che questo treno svolga le funzioni di una navetta per i paesini che si trovano in questa splendida e selvaggia vallata.
Il treno si ferma. Mi sporgo un po'. Non c'è una fermata, una stazione...Il treno è sospeso su un ponte altissimo, circondato dai monti e da abeti imponenti e forse anche vecchiotti. E' spaventoso, ma è molto suggestivo.
La corsa riprende lentamente e solo alle 19 riesco ad arrivare sotto una pioggia torrenziale a Schonmunzach.
Sono esausta voglio solo dormire.

Segue...
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