Da Roma a Schonmunzach
Da Roma a Schonmunzachpercorrendo la strada della speranza e del cambiamento verso il Baden-Wurttemberg 2/5 Milano - Basilea: seconda tappa Prima di dirigermi alle volte della Germania, mi sono fermata da un'amica a Milano.
percorrendo la strada della speranza e del cambiamento verso il Baden-Wurttemberg 2/5
Milano - Basilea: seconda tappa
Prima di dirigermi alle volte della Germania, mi sono fermata da un'amica a Milano. D'estate la città è deserta e nonostante il caldo sicuramente più vivibile.
Sono le 6:30 e sono all'estremo binario, da dove parte un treno un po' vecchio per Basilea. Sono un po' perplessa, ero abituata alle carrozze nuovissime del pendolino.
Non c'è molta gente. E' molto presto, e molti saranno ancora in vacanza.
Con il mio zaino pesante saluto e prendo posizione accanto al finestrino.
Nel mio scompartimento ci sono due signori dall'aria stanca, li capisco.è stata una levataccia.
Non parla nessuno fino a Chiasso, la frontiera con la Svizzera.
Mi controllano il biglietto e chiedo se ho quelli giusti. Un po' di problemi nella comunicazione e nulla di risolto. Comunque quelli per arrivare a Basilea vanno bene, questo a loro interessa.
Uno dei miei compagni di viaggio scende a Chiasso, mentre l'altro timidamente mi rivolge qualche parola e mi da un'illuminazione sul cambio che dovrò fare a Basilea.
E' un uomo di 38 anni, che sta andando a trovare la madre, che vive proprio vicino Basilea.
Lui è nato in Svizzera, da genitori italiani, che molto tempo fa hanno lasciato la Puglia per cercare lavoro qui, mi dice. E' cresciuto anche lui in Svizzera, ha studiato qui, si è sposato ed ha lavorato qualche tempo.
Ha deciso, dopo aver vagliato bene la situazione, di tornare nel Paese di origine dei genitori e di aprire un'attività: un negozio di volatili.
Un paio di anni fa si è trasferito e le cose sembrano andar bene.
E' contento, parla con orgoglio di quello che ha fatto.
Istintivamente gli chiedo perché è tornato in un posto che non gli apparteneva, come avrebbe potuto appartenergli la Svizzera, invece. Lui sorride e mi dice che sì. si sta bene. Si lavora e si guadagna, si guadagna anche bene.
Ma che è difficile avere amici, inserirsi. Il sole., quello gli è sempre mancato tantissimo.
Da qualche anno, continua a raccontarmi, vivere in Svizzera per uno "straniero" è più difficile. Il forte afflusso di profughi dalla Turchia e dai Paesi Balcanici ha provocato un aumento della delinquenza. Gli Svizzeri sono rimasti notevolmente scossi dai cambiamenti che ne sono conseguiti nella loro vita quotidiana.
Freddezza e diffidenza verso tutti, "hanno fatto di un erba un fascio", anche verso chi come noi, in Svizzera ci è nato, ci vive e ci lavora da anni.
Siamo interrotti dal servizio bar. Mentre prendiamo un cappucino, scambiamo due chiacchiere con il "barista". Italiano anche lui. Purtroppo per lui le ferie sono già finite.
Riprendiamo a parlare, e lui mi racconta della sua famiglia. Ha conosciuto sua moglie in Svizzera, anche lei italiana, di origine siciliana. Ha affrontato il trasferimento senza troppi problemi, ed ora da una mano anche lei, quando può al negozio.
E' molto orgoglioso dei suoi figli, che si sono ambientati facilmente nel paesino.
Certo, continua, aprire un'attività giù è stato un po' difficile, soprattutto con le "cattive" abitudini in cui è cresciuto.
Sebbene sia un operaio specializzato, lo spirito imprenditoriale non gli manca davvero! Prima di buttarsi, ha visitato mostre e fiere per tutta l'Italia, ha studiato il prodotto ed il mercato ed ora ha qualche nuova idea, poi si vedrà.
Ci giriamo a guardare un panorama suggestivo, le montagne, i laghi artificiali e questo verde brillante che nell'afa estiva avevo quasi dimenticato.
Quasi sottovoce, mi confessa, che anche questi alberi gli mancano. Ma un paio di settimane l'anno gli bastano, mentre del sole non sa fare a meno, quello non basta mai. E' buffo, mi dice sorridendo, da quando si è trasferito, al mare non ci va quasi più.
Il treno si ferma ancora, lui è arrivato. Mi saluta e mi augura buon viaggio. Ho dimenticato di chiedergli come si chiama, è un peccato.
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