L’attitudine e l’ascolto durante la pratica Yoga
benessere
10 Ottobre 2009 amministratore

L’attitudine e l’ascolto durante la pratica Yoga

Immaginiamo di ascoltare per la prima volta un brano musicale particolarmente affascinante, che ci colpisce per qualcosa che non siamo ancora bene in grado di individuare, ma che ci “costringe” in qualche

Immaginiamo di ascoltare per la prima volta un brano musicale particolarmente affascinante, che ci colpisce per qualcosa che non siamo ancora bene in grado di individuare, ma che ci “costringe” in qualche modo ad ascoltarlo e riascoltarlo, lasciando che la mente, priva di pensieri, cominci a fluttuare seguendo quella musica. Ogni volta che lo ascoltiamo, scopriamo un ritmo e uno strumento che non avevamo notato prima, e quello che ci sembrava una singola unità adesso ci sembra il risultato di un’armonia d’insieme, quello che sembrava semplice adesso ci appare complesso. In alcuni punti il ritmo, che avevamo già sentito da qualche parte, ma non ricordiamo ancora dove, cambia improvvisamente, e ci sembra addirittura fastidioso; in altri punti è velocissimo e suscita dentro di noi un’emozione che non riusciamo ancora a codificare. In altri punti ancora, è dolce.
Probabilmente, se un brano musicale riesce a creare tutto questo dentro di noi è perché esiste già, nel nostro intimo, un anelito di ricerca, un’attitudine all’ascolto. Un desiderio di non fermarsi in superficie, scendendo per rispondere alle domande, che, da tanto tempo, affiorano dentro di noi, alcune improvvisamente, altre molto lentamente, come sorgendo da una palude, in cerca di una risposta.
E’ questa l’attitudine più proficua per cominciare un’esperienza di Dhyana Yoga. Il desiderio e l’inquietudine sono i due ingredienti principali: quella potente esigenza di ricercare nuovi punti di vista, lì dove quelli vecchi non riescono a sedare la smania che portano i nuovi interrogativi. Quella convinzione che ci sia qualcosa da cercare, lì dove per la maggioranza la risposta è già data, è scontata, non c’è niente da scoprire. Per ascoltare la “musica” che suona dentro di noi per gioire di ogni vibrazione occorre innanzitutto credere che la musica esista. Il Dhyana Yoga guida nell’affinamento di tutti gli organi che utilizziamo normalmente, e inconsapevolmente, nell’ascolto delle sensazioni; ogni parte del corpo diventa un canale che ci consente di riconoscere sfumature e intensità di ogni emozione.

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