Essere Donna: un vecchio tabù
La donna nel mondo e nella società attraverso ricerche e sondaggi
18 Febbraio 2010 Emanuela Perri

Essere Donna: un vecchio tabù

ESSERE DONNA Un tabù più vecchio del mondo Davanti a questa breve panoramica storico-sociale, è lecito chiedersi in che modo la donna sia stata

 



Un tabù più vecchio del mondo

Davanti a questa breve panoramica storico-sociale, è lecito chiedersi in che modo la donna sia stata relegata in uno stato di sottomissione non solo "materiale", ma anche a livello psicologico, emotivo, spirituale.
La connotazione negativa, ad esempio, da sempre attribuita al ciclo mestruale, simbolo per eccellenza della femminilità, investe un ambito molto intimo della personalità e della fisicità delle donne. Una forma di "repressione", se vogliamo, più sottile che ha colpito l'essere donna nel profondo della sua essenza e della sua natura, provocando conseguentemente una percezione negativa della femminilità e del corpo della donna.
Il ciclo mestruale è un evento particolare della donna, che ha cambiato valore e significato sociale, nel corso dei secoli.
Per l'attuale cultura occidentale, il sangue mestruale è considerato Tabù.
Ci si aspetta che le donne non ci prestino attenzione, che lo nascondano, e che evitino il contatto con gli altri. In genere gli uomini fanno capire che in quei giorni siamo più difficili, quindi cerchiamo di svolgere la nostra attività senza palesare alcuna manifestazione di emotività che possa nascere da quello stato ormonale. Questa pressione sicuramente contribuisce ad incrementare lo stress da sindrome premestruale.
Nelle civiltà antiche, invece, il periodo mestruale era sì, tabù, ma nel senso letterale di "Sacro". Un evento magico, corrispondente alla fase crescente e calante della luna ed al flusso delle maree. Il sangue mestruale era considerato un ottimo fertilizzante, e questo dà un senso ai racconti popolari europei di donne che corrono nude tra i solchi dei campi di grano.
Ancora oggi i lama tibetani si servono del potere del sangue mestruale, per le cerimonie in onore della Dea Tara e ritengono che il primo sangue di una ragazza sia il farmaco di guarigione più potente.
 


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