NEL 2000, SI PUO' MORIRE ANCORA PER UN ABORTO CLANDESTINO ?
societa
10 Ottobre 2009 amministratore

NEL 2000, SI PUO' MORIRE ANCORA PER UN ABORTO CLANDESTINO ?

NEL 2000, SI PUO' MORIRE ANCORA PER UN ABORTO CLANDESTINO ? La notizia che qualche giorno fa è apparsa su tutti i maggiori quotidiani nazionali e che rimbalza nelle nostre case, diffusa attraverso




La notizia che qualche giorno fa è apparsa su tutti i maggiori quotidiani nazionali e che rimbalza nelle nostre case, diffusa attraverso radio e telegiornali, ha un che di agghiacciante, una giovane donna di Genova è morta in seguito ad un aborto clandestino.
Il fenomeno degli aborti clandestini è una realtà difficile da accettare, soprattutto alla luce dei grandi passi avanti fatti in questo senso dallo Stato italiano.
Da quando la legge 194/71 è stata approvata, lentamente la pratica degli aborti clandestini è stata abbandonata, dalla maggior parte delle donne. Il mondo sommerso delle "mammane", però, che con mezzi casalinghi e pericolosi, ponevano fine alle gravidanze indesiderate, è diventato sempre più nascosto, tanto da essere dimenticato dalla maggior parte delle persone, salvo tornare alla ribalta in occasione di notizie eclatanti, come questa, per poi tornare nel dimenticatoio, fino al prossimo caso.
Le cifre di questo mondo parallelo sono agghiaccianti, oltre che allarmanti, circa 37 mila aborti clandestini sono stati praticati in Italia durante il 1998. Le stime ovviamente non sono precise, poichè l'ambito in questione è molto delicato, ma si presume che siano addirittura sottodimensionate.
La legge 194/71, sancì una grande conquista per le donne italiane, infatti, nonostante la cultura cattolica e un malinteso concetto di famiglia rimangano i punti cardine della nostra società, il diritto all'interruzione della gravidanza è ormai qualcosa di acquisito.
Purtroppo però, la disinformazione e i pregiudizi, molte volte fanno si che questo diritto venga mal utilizzato.
Da una ricerca recentemente condotta dall'Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con i Consultori Familiari dislocati su tutto il territorio nazionale, è emerso che la donna che ricorre all'interruzione volontaria di gravidanza ha generalmente età compresa fra i trentacinque e i quarant'anni, è sposata ed ha due figli.
Contrariamente a quanto si pensa, quindi non sono le single o quelle che non hanno un partner vicino a ricorrere all'interruzione di gravidanza, ma le donne sposate, che molte volte utilizzano l'aborto come metodo di controllo delle nascite.
Esiste, proprio per aiutare le donne in una scelta così difficile, in molte regioni italiane, un protocollo d'intesa fra ospedale e consultori familiari, che si occupano anche di fornire sostegno psicologico alla donna.
Allora perchè scegliere l'aborto clandestino? Perchè affidarsi a persone poco competenti che operano in posti non igienicamente adatti, con strumenti o con metodi ormai superati e pericolosi?
Molte volte è la vergogna che spinge la donna a scegliere l'interruzione clandestina, la vergogna che si sappia non della gravidanza, ma della decisione di rinunciare al bambino.
Purtroppo la disinformazione gioca un ruolo determinante in questo stato di cose, la maggior parte delle donne che prende una decisione così difficile, di cui serberà l'amaro ricordo per sempre, non sa che tutto avviene conservando l'anonimato, non sa che la struttura ospedaliera può assisterla in tutto, non sa che interrompere la gravidanza è un suo diritto.
Molte volte però appartenere a comunità molto piccole determina la scelta dell'illegalità, poichè il ricorrere a studi privati fuorilegge è una sicurezza, la diffusione di notizie riservate nuocerebbe più al "dottore" che alla paziente, quindi una vera sicurezza per l'anonimato.

ABORTI CLANDESTINI DAL 1983 AL 1998




Torna all'indice

 

Chiudi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati, nel corso del loro normale utilizzo, si avvalgono di cookie utili a migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni relative all'utilizzo del sito stesso. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo la pagina, cliccando su qualsiasi elemento o proseguendo la navigazione, acconsenti al loro utilizzo in conformità  alla nostra Cookie Policy.
Informativa Cookie Policy
Accetto i cookies