CAROLINGI
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

CAROLINGI

CAROLINGI Famiglia franca che, dalla metà dell'VIII sec. alla fine del IX, riunì sotto la propria autorità la Gallia, la Germania occidentale, il massiccio alpino e l'Italia settentrionale.



Famiglia franca che, dalla metà dell'VIII sec. alla fine del IX, riunì sotto la propria autorità la Gallia, la Germania occidentale, il massiccio alpino e l'Italia settentrionale.
La civiltà carolingia toccò l'apogeo fra il 775 e l'825, e realizzò la prima sintesi tra la cultura latina e quella germanica.
Intorno al 725, in Occidente vi erano tre forze: i resti della cultura antica, tenuta in vita dai monaci anglosassoni; le tradizioni culturali del papato, oppresso dalla minaccia longobarda; e infine, nella Gallia, e specie in Austrasia, il potere economico e insieme politico dei proprietari terrieri.
In Austrasia, appunto, i grandi proprietari si contendevano la carica di 'maestro di palazzo' o 'maggiordomo', che implicava una certa quantità di potere, e fu di questa carica che si impossessarono nel VII sec. i 'Carolingi', originari di Liegi. Uno di questi, Pipino di Héristal, occupò nel 687 la Neustria; e nel 719 un suo figlio illegittimo, Carlo Martello, rinnovò l'impresa, fermando gli Arabi a Poitiers (732) e a Narbona e sottomettendo di nuovo le regioni francesi dell'Aquitania e della Provenza. Si allearono, allora, le varie forze dell'Occidente: l'inglese Bonifacio riformò il clero franco, mentre il papa Zaccaria autorizzò il figlio di Carlo, Pipino il Breve, a prendere la corona reale (751).
Questa felice situazione politica e religiosa, fu abilmente sfruttata da Pipino (751-768) e da Carlo Magno (768-814), i quali espansero i domini della cristianità fino al fiume Elba a oriente, ed ai Pirenei a occidente.
Nel 753, inoltre, il papa Stefano III aprì ai Franchi le porte dell'Italia, dove Pipino prima, e Carlo Magno poi, riuscirono a distruggere la potenza longobarda sottraendo Roma ai Bizantini, ma non riuscendo ad occupare il Sud, per mancanza di una flotta.
Dopo oltre trent'anni di lotta (772-804) Carlo conquistò la Sassonia, dando vita al primo nucleo della Germania: e questa fu, con la riunione dell'Italia all'Occidente, l'impresa maggiore di quel sovrano.
Tutta l'impalcatura del nuovo assetto europeo fu cementata dalla Chiesa, infatti, i vescovi costituivano gli unici elementi in grado di amministrare le città e di formare soldati, missionari, educatori ed ambasciatori. Ogni conquista era vista come un'evangelizzazione, ed i soldati erano sempre accompagnati da un monaco. Il papato, quindi, sventata la minaccia longobarda, vide nei re franchi i difensori della cristianità.
Rinacque così, in Occidente, l'idea di impero universale e, con essa, quella dell'unità cristiana. Il figlio di Carlo Magno, infatti, Ludovico il Pio, imperatore di fatto dall'814 all'830, realizzò quella monarchia che si ispirava all'antico modello romano.
Nonostante ciò, i Carolingi non riuscirono a creare una solida organizzazione di governo, poiché germanizzarono troppo energicamente l'Occidente, ed instaurarono un governo fondato sui rapporti di parentela ed amicizia, senza consigli, senza servizi, senza uffici. L'Impero più si estendeva, più si indeboliva.
In mancanza di una ordinata burocrazia e di una vera e propria élite politica, fu impossibile tenere un'amministrazione efficiente e impartire ordini scritti, poiché ogni decisione ed intervento dipendevano esclusivamente dal volere del re, i cui ordini venivano trasmessi di bocca in bocca.

Sul territorio i vescovi sorvegliavano e assistevano localmente i conti nell'amministrazione della giustizia, mentre altri vescovi e conti, dipendenti direttamente dal re, percorrevano, a due a due, le province; ma nonostante ciò la guerra, coi suoi saccheggi e con la fede da imporre, era l'unico modo di governare. Dal 720 all'879 non passò anno senza guerra, fuori o dentro i confini del regno.

Due regioni, soprattutto, si svilupparono sotto i Carolingi: quella della Schelda, della Mosa e del Reno, e la pianura padana; dove, accanto ai fortini (castra), sorsero depositi (portus). Infine, grazie alle miniere della Germania da lui conquistata, Carlo Magno poté coniare denari d'argento, e l'Europa continentale ebbe finalmente una propria moneta.

 

Chiudi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati, nel corso del loro normale utilizzo, si avvalgono di cookie utili a migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni relative all'utilizzo del sito stesso. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo la pagina, cliccando su qualsiasi elemento o proseguendo la navigazione, acconsenti al loro utilizzo in conformità  alla nostra Cookie Policy.
Informativa Cookie Policy
Accetto i cookies