DONNE E ISTITUZIONI
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

DONNE E ISTITUZIONI

Cause fisiologiche della sottorappresentanza politica femminile La crisi, che le istituzioni politiche stanno attraversando in Italia ed in Europa, ha rivelato che gli attuali sistemi

Cause fisiologiche della sottorappresentanza politica femminile

La crisi, che le istituzioni politiche stanno attraversando in Italia ed in Europa, ha rivelato che gli attuali sistemi di rappresentanza non soddisfano le esigenze della cittadinanza. Assenteismo nelle consultazioni elettorali, disaffezione dell'elettorato, disinteresse per il dibattito politico sono i sintomi più evidenti di questa crisi, per la quale non è stata ancora trovata una soluzione adeguata. In riferimento alle donne italiane, soprattutto dopo l'attivismo politico degli anni '70, la partecipazione di elettrici ed elette è calata sensibilmente negli ultimi anni. Come è stato già detto, esistono diversi motivi, che hanno provocato questa situazione, alcuni dei quali sono riconducibili al sistema politico in sé stesso. Nelle logiche e nelle modalità della rappresentanza politica, risiedono degli ostacoli, che rendono meno agevole l'accesso delle donne nelle istituzioni. In primo luogo il sistema elettorale di tipo maggioritario, che di per sé tende ad escludere forze politiche minori, con gravi conseguenze su quei soggetti, che vengono rappresentati con difficoltà. Non stiamo parlando soltanto delle donne, ma anche dei giovani e degli anziani, che oggi si trovano ai margini della politica. Nelle strutture politiche di base, come i partiti ed i sindacati, le donne non sono presenti in misura considerevole. Di conseguenza, non si crea un movimento politico al femminile, capace di costituirsi come punto di riferimento per le elettrici e le elette. Dunque, anche se le donne hanno il diritto di votare i propri rappresentanti e di essere, a loro volta rappresentanti di un determinato gruppo, in realtà esse sono, da una parte, sempre meno interessate alla politica, e dall'altra sempre meno presenti nelle sedi istituzionali tradizionali. In Italia nel 1996, è stata abolita l'alternanza dei candidati uomini e donne nelle liste elettorali. Anche se si tratta di un provvedimento di per sé insignificante, tuttavia, sommato all'adozione di un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario, ha avuto una ripercussione negativa sulla partecipazione politica delle donne. Il ministro della Giustizia francese, Elisabeth Guigou, ha espresso con efficacia le conseguenze di questi provvedimenti. Essa ha infatti scritto, che il sistema maggioritario si accompagna al sistema uninominale (Il termine uninominale si riferisce ai collegi elettorali, nei quali viene eletto un solo candidato), che implica una campagna elettorale fatta di "incontri-scontri" con l'avversario, di discorsi in pubblico, di una pubblicità spesso sleale. Perché tutto ciò sia possibile, il candidato o la candidata devono avere una solida rete di relazioni e sostegno dentro e fuori il partito di appartenenza. Rete, che spesso le candidate non hanno, o che si rivela molto fragile, al momento della prova dei fatti. L'assenza delle donne dalle organizzazioni partitiche primarie priva la candidata di un appoggio morale e politico durante la campagna elettorale. Purtroppo soprattutto in Italia, è ancora forte la convinzione, che la politica sia un affare da uomini, quindi, nel caso di un "testa a testa" tra un candidato ed una candidata, le possibilità di vittoria di quest'ultima sono decisamente ridotte. E' inoltre il caso di ricordare, che una campagna elettorale di questo tipo impone un forte impegno fuori casa. Impegno, che gli oneri familiari di una donna non sempre consentono. Naturalmente, il sistema maggioritario di per sé non costituisce un ostacolo alla partecipazione politica femminile. Comunque considerando, che in Italia le donne costituiscono il 52% dell'elettorato, ma solo il 10,8% dei parlamentari, ci deve essere qualcosa nella nostra società (sia dal punto di vista istituzionale, che dal punto di vista culturale), che influenza negativamente la partecipazione politica femminile.

 

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