Festa dell'ospitalità
Piemonte e tradizioni folkloristiche
10 Ottobre 2009 amministratore

Festa dell'ospitalità

Il carattere, a volte conservatore, dell'animo piemontese ha certamente favorito la sopravvivenza delle tradizioni popolari di questa regione.


In primavera, ad Agliano, vicino Asti, si tiene una ricorrenza particolare, in cui ognuno dei duemila abitanti di questo paese, si distingue per la propria gentilezza. In questo giorno, infatti, ogni famiglia apre le porte della propria casa ed ospita una famiglia della "città" per offrirgli i buoni prodotti della terra e l'ottimo vino Barbera. Oggi, la festa si è estesa ed è addirittura possibile prenotarsi, andando in comune e ritirando un apposito tagliando.

I giochi popolari
Ad Asti, la terza domenica di Maggio, tutti i rioni della città si scontrano in una serie di gare originarie del Medioevo. Vestendo gli antichi abiti tradizionali gli uomini si sfidano in gare come "il bacio della castellana", "l'assalto alla torre" o "la gara di cerbottana".

La sagra del polentonissimo
A Monastero di Bormida, vicino Asti, da 178 anni si ricorda la generosità del Marchese della Rovere, che, in un anno di grande carestia, portò polenta e frittata per tutti. Così ancora oggi, la prima domenica di marzo, sulla piazza principale di Monastero vengono preparati 10 quintali di polenta (!!!) condita con migliaia di salsicce e salame, e una frittata da 40 chili. La degustazione dei piatti viene accompagnata da ottimo vino in abbondanza, balli folcloristici e carri allegorici.

Festa della carità
Dal XIII secolo ad oggi, a Scurzolengo, il 6 maggio si confezionano focacce in quantità. Questa ricorrenza ricorda l'usanza dei signori del feudo di Scurzolengo di mettere all'asta, in questo giorno, focacce preparate con uova, burro, farina e zucchero, e di donare il ricavato delle vendite ai poveri del paese. Questa usanza si ripete da secoli e le focacce, preparate con la ricetta duecentesca, vengono poste in variopinti cestini preparati dai diversi borghi del paese, ed il ricavato viene investito in opere di bene.

Festa del pitu
La prima domenica della quaresima, a Tonco, viene riprodotto un antico rito contadino, assimilabile al "capro espiatorio" biblico. In quel giorno infatti, viene preso un tacchino, il "pitu", e, allestito un tribunale in piazza, l'animale viene giudicato per tutti i mali che hanno danneggiato il paese durante l'anno. Il pitu viene quindi giudicato colpevole e condannato a morte, ma prima ha il diritto di fare testamento. E' questo il momento saliente dell'evento, poiché tutti gli abitanti della comunità tirano fuori i propri vizi e difetti rendendoli pubblici.
La festa finisce con l'impiccagione, per i piedi, del povero pitu, il quale diviene bersaglio di cavalieri armati che cercano di decapitarlo per assicurarsi il trofeo.

La gara dei birilli delle donne
La prima e la seconda domenica dopo ferragosto, nei pressi di Cuneo, al centro di un'eccellente zona vinicola, si celebra "la gara dei birilli" delle donne. Su un percorso di circa quindici metri, le partecipanti lanciano una palla di legno molto pesante, cercando di colpire, al volo, il maggior numero di birilli, senza che la palla tocchi il suolo.
Secondo la legenda, la festa ebbe origine da Isabella Doria, castellana di Farigliano, la quale inventò questa prova di abilità per risolvere un contenzioso nato tra le donne del paese.

 

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