I consigli di bellezza di Ovidio
Le donne romane impiegavano parte del loro tempo nella cura del corpo. Ecco alcune ricette a noi sconosciute, riportate dallo scrittore romano Ovidio.
Le donne romane impiegavano parte del loro tempo nella cura del corpo. Ecco alcune ricette a noi sconosciute, riportate dallo scrittore romano Ovidio.
Per una pelle del viso splendente:
Sgusciare dell'orzo, possibilmente proveniente dalla Libia, e lavarlo.
Immergere in dieci uova una quantità di veccia (Pianta erbacea della famiglia delle Leguminacee) pari all'orzo, che non deve superare le due libbre.
Far asciugare la mistura all'aria aperta, macinarla insieme a qualche corno di cervo e setacciarla.
Aggiungere dodici bulbi di narciso lavati, ridotti in polvere in un mortaio (Recipiente, utilizzato per frantumare e polverizzare varie sostanze), due once di gomma con farina di frumento toscano e nove porzioni di miele.
Oppure:
Tostare sei libbre di lupini (Semi di una pianta erbacea delle Papilionaceee) friggere insieme sei libbre di fave. Schiacciare il tutto in macine di pomice (Roccia effusiva, consistente in pasta vitrea) e aggiungere biacca (sostanza colorante bianca velenosa), schiuma di nitro (Sale dell'acido nitroso) rosso e del gladiolo (Pianta delle Iridacee, con i fiori disposti a spiga).
Far lavorare il composto da giovani schiave, dalle braccia vigorose: il tutto non deve pesare più di un'oncia.
Per far sparire le macchie della pelle:
metà di un'oncia di alghe, prese dal nido di uccelli marini, con biondo miele dell'Attica.
Per una pelle del viso liscia e odorosa:
Mescolare l'incenso al nitro, circa un terzo di libbra, ed aggiungere un quarto di libbra di gomma e un dadetto di mirra grassa. Tritare il composto e diluirlo col miele, mirra odorosa , finocchio ed un pugno di rose secche. Aggiungere incenso maschile e sale di ammoniaca. Versare sul tutto una mucillagine d'orzo.
Per una pelle del viso delicata:
Stemperare (sciogliere) nell'acqua fredda dei papaveri. Una volta ridotti in crema, spalmare sulle guance.