La vita quotidiana nella Roma Antica
Il matrimonio Matrimonio
Il matrimonio
Matrimonio
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Le donne romane si sposavano molto presto, verso i quattordici o quindici
anni, gli uomini verso i vent'anni.
I padri dei due giovani fissavano, spesso senza consultare i figli,
il fidanzamento, in base, essenzialmente, a fattori di tipo economico.
Il fidanzamento, in genere molto lungo, era suggellato dal dono di un
anello, che veniva posto all'anulare. Si riteneva, infatti, che per
l'anulare passasse un nervo, che arrivava direttamente al cuore.
Le cerimonie variavano, a secondo del ceto delle famiglie degli sposi.
La sposa indossava un abito bianco, delle calzature rosso fuoco, ed
i capelli raccolti in una rete dello stesso colore. In generale, il
rito nuziale consisteva in un corteo, che riuniva i componenti delle
due famiglie. Il corteo al completo s'incamminava verso la futura casa.
Giunti a destinazione, lo sposo chiedeva alla sposa: " Chi sei?",
e la sposa rispondeva: " Se tu sei Tizio, io sono Tizia".
Allora lo sposo sollevava la sposa e le presentava le chiavi della casa.
Entrambi, poi, passavano a testa bassa sotto un giogo,
che indicava il vincolo comune del matrimonio.
La donna passava, così, sotto l'autorità del marito, che
si era appropriato della dote, stabilita dai padri al momento del fidanzamento.
Il matrimonio poteva essere sciolto per iniziativa di uno dei due coniugi.
Di solito, il marito decideva di liberarsi dal vincolo matrimoniale,
dicendo: "Ripigliati quel che è tuo". Ma, senza il
consenso della moglie, il marito non poteva divorziare. Tuttavia, non
era molto comune presso i romani, almeno fino all'epoca tardo repubblicana:
per una donna, il ripudio era considerato un atto umiliante e le sue
seconde nozze.