La storia d'Italia, il Medioevo e i Longobardi
I LONGOBARDI (568-774) Tra il 568 e il 774 d.C., l'Italia fu nuovamente invasa.
I LONGOBARDI (568-774)
Tra il 568 e il 774 d.C., l'Italia fu nuovamente invasa. I longobardi,
spinti verso sud da altre popolazioni, occuparono prima la pianura
padana, poi l'Italia centrale ed infine giunsero fino in meridione.
Confiscando terre e latifondi al dominio della Chiesa, ormai largamente
esteso, asservirono gli italici. Instaurarono così una monarchia,
con capitale a Pavia, contornata da diversi ducati minori largamente
autonomi. A conquista ultimata, nel 650 d.C., il territorio italiano
di trovava diviso in un Regno, retto dal re Autari, e quattro ducati principali,
praticamente autonomi, che svolgevano una politica indipendente.
I longobardi raggiunsero il loro massimo splendore con il re cattolico
Liutprando, che ampliò il dominio, ma
che arrivato a Roma, a causa della sua forte fede religiosa, rinunciò
alla conquista dei domini della Chiesa. Questo fatto contribuì a
fortificare la consapevolezza del papato del potere della religione
sulla politica. Quanto fosse pesante l'eredità di Liutprando lo
si vide con Ratchis (744-749) che salì al trono appoggiato dalla
corrente filoromana. Egli dapprima attuò una politica di pace (746);
costretto poi a prendere le armi contro Perugia, si trovò di fronte
papa Zaccaria e, come Liutprando, non solo cedette, ma abdicò e
si ritirò nel monastero di Montecassino. Prevalse allora la corrente
opposta, che pose sul trono Astolfo (749-756): questi riprese la
politica di espansione contro il papato, ma il nuovo papa Stefano
II chiese l'aiuto di Pipino il Breve, re dei Franchi, che
doveva la corona a papa Zaccaria e a lui. Sceso in Italia, Pipino
sconfisse i Longobardi, nel 754 e nel 756, costringendo Astolfo
a cedere al papa le terre tolte ai Bizantini, che costituirono il
maggior nucleo dello Stato pontificio (legittimato dalla falsa donazione
di Costantino, allora coniata). Ad Astolfo succedette, dopo alcuni
mesi di governo di Ratchis, Desiderio, duca di Brescia (756-774)
che strinse alleanza con i Franchi, dando la propria figlia Ermengarda,
in sposa a Carlo Magno, primogenito di Pipino, e
chiedendo per Adelchi la mano di Gisela, sorella di Carlo.
Desiderio mosse quindi contro l'Esarcato e la Pentapoli, minacciando,
in un secondo tempo, Roma stessa. Dopo la morte del fratello Carionianno
(771), Carlo si impadronì di tutto il Regno franco, ripudiò Ermengarda
e, accogliendo l'appello di papa Adriano I, scese in Italia contro
i Longobardi. Vincitore alle Chiuse di Susa, Carlo pose l'assedio
a Pavia e a Verona e piegò la resistenza di entrambe. Adelchi da
Verona fuggì a Costantinopoli, e Desiderio, arresosi a Pavia, fu
catturato e chiuso nel monastero di Corbie, in Francia. Finiva così
la dominazione longobarda in Italia.
Carlo assunse la corona di re dei Longobardi e, in un primo tempo,
lasciò sussistere gli ordinamenti del Regno, mantenendo i duchi,
da cui volle il giuramento di fedeltà. Essendo scoppiata poi una
rivolta nel Friuli, Carlo sostituì ai duchi longobardi, conti e
marchesi franchi e, nel 781, cambiò nome al Regno stesso, chiamandolo
Regno d'Italia. Altrettanto vano fu il tentativo di Adelchi di riprendere
il Regno, cosicché alla fine del sec. VIII rimasero del dominio
longobardo in Italia solo i ducati di Spoleto e di Benevento, vassalli
di Carlo Magno.