IL TRATTAMENTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE DEL DISTURBO SESSUALE DELL’ECCITAZIONE
Per quanto riguarda l’intervento sul disturbo sessuale dell’eccitazione, diversi autori (Bartlik, Goldberg, 2000) suggeriscono che il trattamento può essere eseguito solo con la paziente, in sedute congiunte
Per quanto riguarda l’intervento sul disturbo sessuale dell’eccitazione, diversi autori (Bartlik, Goldberg, 2000) suggeriscono che il trattamento può essere eseguito solo con la paziente, in sedute congiunte con il partner o attraverso una combinazione delle due precedenti opzioni. Inoltre, nelle pazienti con un’eccitazione sessuale deficitaria, il trattamento può prevedere una terapia medica o una consulenza sessuale, oppure una combinazione di entrambe. Spesso alle donne in menopausa, che hanno un deficit di estrogeni, un’eccitazione compromessa e dispareunia, viene fornita una terapia ormonale sostitutiva senza una consulenza sessuale. Questo approccio, anche se produce un miglioramento della lubrificazione e riduce il disagio della donna, in molti casi è inadeguato per il trattamento della disfunzione sessuale. L’approccio più efficace in questi casi è una terapia sessuale specifica per il deficit eccitatorio, in aggiunta ad un trattamento ormonale o ad un altro trattamento medico.
Per le pazienti che hanno un disturbo dell’eccitazione sessuale di origine psicogena, può essere impiegato un vasto range di tecniche terapeutiche sessuali di tipo cognitivo-comportamentale, in integrazione con una terapia ad orientamento psicodinamico, quando compaiono profondi problemi emotivi e resistenze al trattamento. Alcune delle tecniche descritte dalla Kaplan (1995) comprendono: aumento della consapevolezza di pensieri, emozioni e comportamenti controproducenti; training delle fantasie sessuali; uso della letteratura erotica; masturbazione; training delle abilità sessuali; miglioramento della comunicazione; esercizi di focalizzazione sensoriale (sensate focus); fare a turno; miglioramento dell’intimità. Molti dei compiti da eseguire a casa, che vengono assegnati durante la terapia sessuale, non sono di natura sessuale, ma hanno lo scopo di promuovere l’intimità (Harrar & Vantine, 1999).
Come si è accennato, il trattamento del disturbo sessuale dell’eccitazione può integrare i modelli descritti con una terapia ormonale, che comprende estrogeni, il cui effetto positivo può, in parte, essere psicologico, a causa dell’effetto femminilizzante che esso ha sulla pelle, sul seno e sulla vagina e che determina un accrescimento della fiducia in sé e il miglioramento dell’umore, con un effetto secondario ed indiretto sulla libido (Bartlik, Goldberg, 2000). Altri studi (Tuiten ed al., 2000) hanno evidenziato l’effetto positivo del testosterone, che produce un aumento nella responsività genitale.