Le rappresentazioni del Sacre du Printemps dal Novecento ad oggi
R
Riportiamo di seguito, i principali nomi dei coreografi-registi che hanno realizzato una rappresentazione “Le Sacre” di Stravinskij nel corso del ‘900, fuori dall’Italia:
Mary Wigman (1957): concentrò il lavoro sull’eroismo della vittima sacrificale, probabilmente riferendosi alla propria esperienza di artista nel periodo del nazismo in Germania;
Maurice Bejart (1959): realizzò la prima rappresentazione di successo del Sacre; interpretò il Sacre come un inno alla vita e alla fecondità dell’incontro tra uomo e donna;
Pina Bausch (1975): interpretò la Sagra come espressione del conflitto tra uomo e donna e propose un ricco repertorio gestuale nell’espressione del maschile e del femminile;
Mats Ek (1984): il tema con cui interpretò la Sagra fu quello dell’autorità paterna, e della ribellione ad essa
Martha Graham (1984): collegò il tema del rito arcaico alla sua conoscenza della cultura degli indiani d’America ; la coreografia è particolarmente interessante per quanto riguarda l’espressione dell’energia maschile, delle forze primitive, dell’utilizzo di oggetti simbolici (la corda); tema della sua rappresentazione fu il rapporto tra maschile e femminile
Marie Chouinard (1993);
Maryse Delente (1993);
Tamas Juronics (1995): ha rappresentato il senso del sacrificio di un essere debole da parte della società moderna, avvallato dalla collettività;
Renato Zanella (1996): ha rappresentato il tema della separazione tra uomo e donna, simbolo della dolorosa separazione vigente tra gli esseri umani
Ed Wubbe (1996)