Laban e la danza libera
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

Laban e la danza libera

Influenzato tanto dalle idee delsartiane quanto dall’ambiente avanguardistico della Monaco dei primi del Novecento, Rudolph von Laban (1879, Ungheria - 1958, Inghilterra) fu un uomo di grande carisma e magnetismo.

Influenzato tanto dalle idee delsartiane quanto dall’ambiente avanguardistico della Monaco dei primi del Novecento, Rudolph von Laban (1879, Ungheria - 1958, Inghilterra) fu un uomo di grande carisma e magnetismo. Danzatore, ricercatore e teorico della danza e del movimento, fondò la danza libera centroeuropea, poi evolutasi nella danza moderna ed espressionistica tedesca. Egli parte dal concetto di Fuchs che la danza sia esperienza concreta dell’armonia cosmica che regola l’universo. In particolare, fa propria la concezione di una danza che è al contempo “evento estetico” ed “atto creativo”, da cui scaturiscono un’attenzione all’individuo, che può essere sostenuto dal movimento libero e naturale a sviluppare una sua espressività, e un interesse per la dimensione comunitaria dell’evento, considerato come “incontro di uomini liberati, unione che trascende la singolarità per dar voce alla coralità. Dal 1913, Laban vive e lavora con i suoi allievi a Monte Verità, sul Lago Maggiore, conducendo una vita semplice e ritmata dalla natura. Qui, crea la danza libera, espressione diretta di anime individuali e collettive incarnate in corpi pensanti in movimento. Danza libera per Laban non significa danza anarchica e spontaneista, priva di consapevolezza e sganciata da leggi. Sono questi gli anni in cui viene elaborando una precisa filosofia della danza, alla ricerca delle regole interne al movimento nel tempo e nello spazio. A differenza di Dalcroze, Laban è convinto che la danza non abbia bisogno di appoggiarsi alle altre arti: autonoma anche rispetto alla musica, essa si sviluppa in relazione ai ritmi naturali del corpo e delle motivazioni profonde dello spirito, esigendo dai suoi cultori una perfetta conoscenza di sé: …… Finora il singolo danzatore ha fatto affidamento sulla propria ispirazione, elaborandola a suo piacimento, finché la cosa funzionava, ma non si è mai potuto confrontare obiettivamente con il suo lavoro, poiché lui solo potava ballare la sua danza o, nel migliore dei casi, farla studiare a qualcun altro. Lo sviluppo della ricerca nella coreografia implica d questo punto di vista un primo grande cambiamento.”

 

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