Isadora Duncan ed i fenomeni naturali
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

Isadora Duncan ed i fenomeni naturali

Alla ricerca di un nuovo tipo di movimento, Isadora cerca ispirazione nei ritmi e nei movimenti dei fenomeni naturali, le onde, il vento, le nuvole, e rivaluta tutti i modi spontanei di muoversi, correre e saltare.

Alla ricerca di un nuovo tipo di movimento, Isadora cerca ispirazione nei ritmi e nei movimenti dei fenomeni naturali, le onde, il vento, le nuvole, e rivaluta tutti i modi spontanei di muoversi, correre e saltare. Studia le danze dell’antica Grecia, passando ore nei musei a osservare le movenze e gli atteggiamenti dei danzatori e degli atleti, raffigurati su vasi e bassorilievi, cercando di carpire il segreto della loro straordinaria armonia. La sua Grecia è immaginaria e molto romantica, come indica anche la scelta di utilizzare musiche trascinanti, ricche di emotività e di sentimento; anche il suo abbigliamento si ispirerà spesso a quest’epoca.
Tutto ciò si traduce in una danza libera da schemi e tecniche in cui il danzatore segue unicamente la propria spinta interiore, assecondando attraverso un ascolto profondo, l’eterno moto del cosmo. Il centro propulsore del movimento viene individuato nel Plesso Solare, centro di tutte le emozioni e le passioni, che “caricandosi di energia, irraggia nello spazio intorno, per onde successive , tutti i movimenti naturali del corpo, che si offrono agli sguardi del pubblico come espressione dell’anima del danzatore.” Quindi, secondo la Duncan, solo un gesto libero e sincero può far sì che “la carne diventi luminosa e trasparente”, specchio della divinità.
Scrive: “per me la danza non è solo l’arte che attraverso il movimento consente all’anima umana di esprimersi, è anche il fondamento di una concezione più sciolta, armoniosa, naturale della vita… L’unico grande principio su cui mi sento autorizzata a fondare la mia arte è la costante, assoluta, universale unità di forma e contenuto. Unità ritmica che si ritrova in tutte le manifestazioni di natura. Le acque, i venti, i vegetali, gli esseri viventi, le particelle minimali di materia, obbediscono a questo ritmo sovrano, la cui linea caratteristica è l’ondulazione. … cercare le forme più belle in natura e trovare il movimento che esprime l’anima di queste forme: questa è l’arte del danzatore.”
Di pari passo alla ricerca di una danza naturale, la Duncan aspira ad una unità delle arti. Alla realizzazione di questa unità, la Duncan si sente fortemente richiamata e la “vede possibile solamente in un corpo come opera d’arte vivente, in grado di padroneggiare il nuovo linguaggio del movimento e dell’emozione”.
Le sue danze erano di solito improvvisate secondo le ispirazioni che le suggeriva la musica, fu la prima ad avvalersi di musica non scritta espressamente per il balletto, sola su un grande palco illuminato, senza nessuna scenografia, vestita di una tunica trasparente e a piedi nudi. Il critico Friz Boehme scrive: “il nostro tempo ha ricominciato a vibrare. Conosce di nuovo l’uomo attivo. Ha ritrovato l’entusiasmo per l’attività: spirituale e fisica da non considerare separate. L’uomo, in quanto corpo, scrutando di nuovo se stesso ha sentito che dal suo intimo, … scaturiscono esperienze spirituali; ha percepito che c’è vita ed energia che preme verso l’esterno, che chiede di essere libera e di avere forma….”.
La Duncan non elaborò mai una tecnica e una vera e propria scuola: fu una grande istintiva. Il suo esempio scosse il mondo del balletto e influenzò i futuri creatori della Danza Moderna.

 

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