Le origini della terapia Cranio Sacrale
All’inizio del ‘900 l’osteopata americano W. G. Sutherland iniziò a studiare la struttura e le funzioni del cranio. Egli cercò di rispondere alla domanda sullo scopo delle suture e i segni di giunzione tra le ossa.
All’inizio del ‘900 l’osteopata americano W. G. Sutherland iniziò a studiare la struttura e le funzioni del cranio. Egli cercò di rispondere alla domanda sullo scopo delle suture e i segni di giunzione tra le ossa. Egli ipotizzò che il tessuto molle connettivo delle suture servisse per consentire il movimento e l’adattamento delle ossa craniche. Iniziò su se stesso una serie di esperimenti, che consistevano nel premere in determinati punti del cranio. Scoprì che poteva percepire o sentire al tatto un lieve movimento ritmico tra le ossa craniche e lungo tutta la spina dorsale fin all’osso sacro. Tale movimento era indipendente da quello dei polmoni e del cuore. Continuando a lavorare su se stesso e su dei pazienti si accorse che tale ritmo non era sempre uguale e che poteva essere modificato attraverso delle leggere pressioni sulle ossa craniche, assecondando il naturale ritmo. Egli fondò in tal modo l’osteopatia cranica, ma le sue scoperte non furono subito riconosciute.
Un altro osteopata americano, negli anni ’70, J. E. Upledger, si dedicò allo studio del ritmo cranico. Egli riprese gli studi di Sutherland, utilizzando le critiche dei colleghi scettici, per approfondire e dimostrare la fondatezza della teoria del ritmo cranio sacrale. I suoi studi continuarono, con la pubblicazione di un primo libro sulla terapia cranio sacrale, fino ad iniziare ad insegnare a medici e non, tale terapia, facendo in modo che si diffondesse e che ne fossero riconosciuti i benefici.
Attualmente la terapia cranio sacrale, benché nata negli Stati Uniti, si è diffusa per tutte l’America e in Europa, facendosi strada anche in oriente.