Imprenditoria: reazione nuove imprese, conduzione aziendale, commercio e donne manager
Oltre un milione di imprenditrici disegnano uno stile diverso di fare business ma che non riesce ancora a diventare un modello.
Oltre un milione di imprenditrici disegnano uno stile diverso di fare business
ma che non riesce ancora a diventare un modello.
Una su tre opera nel commercio, una su quattro è al Sud
Essere donna e scegliere una vita alla guida di un’impresa molto spesso è ancora “un’impresa”, ma sempre più donne ci credono e riescono a realizzare il loro sogno. A dispetto di una burocrazia giudicata troppo pesante, di un rapporto problematico con il credito, di pregiudizi e scetticismo ancora diffusi. Il segreto del successo? La convinzione di potercela fare, il forte desiderio di autonomia, la capacità di ricorrere alle reti familiari, l’attitudine ad andare incontro al cliente e accettare le sfide del mercato.
E’ questa, in sintesi, l’immagine che emerge dal Primo rapporto Nazionale sulle imprese femminili (*), realizzato dal Ministero delle attività produttive e Unioncamere con il contributo di AsseforCamere, presentato oggi in occasione del convegno “Impresa (in) genere”.
A tal proposito, il Sottosegretario alle Attività Produttive, Giuseppe Galati, ha detto che “in un mondo in cui si cercano nuove forme di sostegno alla competitività del sistema produttivo nazionale, cercando anche e soprattutto di incidere sulla cultura manageriale degli imprenditori, lo stile al femminile si sta rivelando un fattore vincente; uno stile che ha permesso all’impresa in rosa di raggiungere una incidenza media del 24% in termini di presenza sul totale delle imprese nazionali, con oltre il 60% di queste imprese che conseguono risultati economici positivi; uno stile che sempre di più deve essere valorizzato e trasferito come patrimonio della cultura d’impresa del nostro Paese, modellato com’è su fattori che si stanno affermando come vincenti in tutti i paesi ad economia avanzata; uno stile che deve però fare però della propria flessibilità manageriale lo strumento vincente anche in termini organizzativi, andando oltre le rigidità ancora evidenziate dal 35% delle imprese contro un 26% delle imprese al maschile”.
“La partecipazione sempre più diffusa delle donne al mondo delle lavoro – ha detto il Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli - è un fattore di crescita sociale e culturale fondamentale. Questo incremento del lavoro femminile si traduce nel nostro Paese in una crescente diffusione delle imprese guidate da donne. Conoscerle meglio per dare risposte più adeguate alle loro esigenze è l’obiettivo di fondo di questo Primo Rapporto Nazionale. Il traguardo delle politiche per le imprese, femminili e non, sta nel diffondere una concreta cultura delle pari opportunità, che permetta agli uomini e alle donne di giocare con le stesse carte la partita della propria affermazione personale. Su questo fronte – ha aggiunto Giuseppe Tripoli - le Camere di Commercio sono fortemente impegnate nei singoli territori in termini di formazione degli imprenditori, di orientamento al mercato, di promozione dell’innovazione per affiancare agli incentivi economici una rete sempre più ricca di servizi di sostegno e promozione alle imprese, alle famiglie, alle persone. Occorre continuare ad operare in questa direzione, mettendo a fattor comune esperienze, risorse e professionalità”.
* Il Rapporto utilizza i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile, realizzato da InfoCamere per conto di
Unioncamere. I dati analizzati nello studio sono stati elaborati sulla base del contenuto del Registro delle imprese alla
data del 31 dicembre 2003. L’aggiornamento avviene su base semestrale.