La sacralità della parola nel linguaggio e nella comunicazione
benessere
10 Ottobre 2009 amministratore

La sacralità della parola nel linguaggio e nella comunicazione

La sacralità della parola nel linguaggio e nella comunicazione L'alchimia La parola è un atto sacro nata dall'alchimia del respiro: l'inspirazione




L'alchimia

La parola è un atto sacro nata dall'alchimia del respiro: l'inspirazione (il soffiar dentro: in = dentro, spirare = soffiare) e l'espirazione (il soffiar fuori: ex = fuori, spirare = soffiare) generano il suono della vita, unico e duale allo stesso tempo: il dentro e il fuori, la luce e il buio, il + e il -. Il suono, contenente gli opposti, ricorda perennemente all'uomo il ritmo primordiale che ha dato origine al gioco della vita, dove due e uno si scambiano i ruoli inseguendosi ed incontrandosi costantemente. La meraviglia di questo gioco è che l'Uno, nonostante si vesta di dualità, rimane sempre Uno.
In effetti il cerchio è dato da un punto che si avvia, facendo perno sul proprio asse con moto rotatorio e mantenendo sempre intatta la distanza di se stesso dai punti generati. In questo modo percorre la circonferenza prima in un verso e poi nell'altro, trovando sempre e, al contempo superando, il punto d'incontro tra ciò che viene e ciò che va: riproducendo se stesso all'infinito e coniugando il suo dinamismo con l'apparente staticità, palesa così il suo essere in costante evoluzione e ci fa dire che l'Uno è staticamente dinamico o dinamicamente statico. 1:2=2:1, 1+1=1.
Tutti i movimenti in natura seguono un percorso circolare, pensiamo ad esempio all'onda del mare: essa contiene un inizio, una fase media (il punto d'incontro e al contempo il culmine del movimento) e una fase finale che poi coincide con quella iniziale.
Le prime sillabe o parole pronunciate dall'essere umano sono state sicuramente di tipo onomatopeico, ovvero riproducevano un suono della natura (il vento, il mare, la pioggia) e il linguaggio ha cominciato ad assumere gradualmente una certa forma e ritmo quando gli esseri umani hanno riconosciuto le proprie emozioni e sentito il bisogno di esprimerle. Nella memoria atavica esistono suoni che danno sensazioni positive, quali pace, gioia, felicità e, per contro, conflitto, angoscia, tristezza. La parola espressa con la voce ha un colore, un volume, un ritmo musicale; emana un'aura che può essere armonica o disarmonica, evoca un'immagine, una sensazione, può dare un input o bloccare, può creare o distruggere. Giovanni, nel suo Vangelo, ci parla del Verbo fattosi carne, ovvero del Suono Sacro che si concretizza nel Suono di Vita. L'AUM, nella tradizione sacra orientale, ha una funzione simile: rievocare il ritmo iniziale della creazione e creare armonia in se stessi. E' necessario, quindi, per il nostro benessere e la nostra crescita spirituale nutrirci di suoni che riequilibrino le nostre cellule riproducendo al loro interno suoni armonici.
Oggigiorno si assiste sempre di più ad un uso di parole che non comunicano il loro significato intrinseco, ma vogliono riempire un vuoto di comunicazione, che proprio a causa di ciò diventa ancora maggiore e, le parole mal usate sono spesso il corollario di una vita affrontata superficialmente. Abbiamo davvero una grande responsabilità nello scegliere le parole e nell'accompagnarle ad atti sinceri che riflettano la volontà di bene. In questo modo possiamo diventare dei veri costruttori di pace edificando ponti di comunicazione sempre più ampi, così che raggiungano non solo la nostra anima, ma quella degli altri in una comunione illuminata che amplia il cerchio del nostro essere in una continua crescita di consapevolezza.


L'esoterismo

Il linguaggio presuppone la parola, il suono articolato, l'interpretazione del messaggio dei mondi interiori. Le parole a disposizione, per quanto numerose, ciascuna depositaria di un significato e di una sfumatura precisa, non sono certamente sufficienti ad esemplificare e tradurre compiutamente i concetti partoriti nel mondo delle Anime, per cui occorre averne una conoscenza e una padronanza sempre maggiore. E occorre anche far leva sull'intuito e sulla tempistica.
Ogni lettera ha un suono ed è un simbolo, è un universo non ancora sufficientemente sondato dall'uomo, che non sa compiutamente quanta e quale forza può sprigionare. Un esempio è dato dalle Scuole di Saggezza ove si apprendeva il significato della parola primordiale, la conoscenza e l'uso dell'AUM e dell'OM: ebbene, lo studio e l'esercizio riguardava un carattere alla volta e solo dopo un ragionevole tempo la parola intera! Per Legge Universale e per l'assioma Come in alto, così in basso occorre applicare lo stesso metodo per qualsiasi altra parola se si vuole giungere al risultato.
Per esprimersi compiutamente, per sprigionare il significato di una parola occorre conoscerla, visualizzarla e pronunciare con decisione e precisione. Bisogna infatti avere interiormente bene chiara l'immagine corrispondente alla parola che si pronuncia per eseguire correttamente. E non basta: occorre anche discriminarne l'uso con un'accurata selezione, emettere il suono con il giusto ritmo perché chi parla non perda il filo del discorso e chi ascolta abbia il tempo fisiologico per ricevere ed assorbire l'energia del significato. Se tutto ciò vale ed è raccomandabile per il carattere, per la parola singola, figuriamoci quanto può essere importante per le frasi e i discorsi che l'uomo è chiamato o portato a formulare!
Nella quotidianità degli esercizi è assai raro che l'uomo riesca ad eseguire correttamente tutto ciò, così si può spiegare buona parte della confusione, degli equivoci e dei fraintendimenti che alterano la natura dei suoi rapporti e delle sue relazioni, degenerate per l'imperizia, l'incapacità, l'impreparazione a parlare: parlare è difficilissimo, funziona solo se l'azione è mirata e mirabile perché vale solo se è sacro. In assenza dei requisiti necessari occorre esercitarsi con attenzione ma anche comprendere che sovente è molto più utile tacere per non sprecare energia, per non inquinare i mondi e far raggiungere lo scopo alle parole valide che sono già in viaggio.
Va infatti ponderato il fatto che eseguire bene la formulazione di un suono, di una parola, di una frase o di un discorso è forse solo la metà dell'opera: parlare presuppone che qualcuno ascolti con la necessaria attenzione e preparazione. E le cose si complicano quando la trasmissione non è tra due persone ma tra più interlocutori: succede allora che uno enunci e molti ricevano, addirittura che più persone contemporaneamente enuncino a più persone: i risultati e la storia sono davanti a tutti noi!
Tutto questo naturalmente non può e non deve scoraggiare: all'essere vivente l'uso del suono è permesso per comunicare, egli è destinato a servirsene e a servire compiutamente. Nel frattempo l'esercizio porterà i frutti, perché non c'è difetto che non diverrà virtù. Occorre però massima attenzione e concentrazione per migliorare, per non sottovalutare i naturali errori di percorso del praticantato e non impantanarsi nelle conseguenze negative.
Posto che si parli correttamente e si riceva altrettanto bene, si giungerà finalmente alla comunicazione. La comunicazione è l'unità d'intenti, è la trasmissione che scorre tra due o più persone e compie il suo dovere. La comunicazione ha valore solo se è sacra, se cioè è mirata al fine di ambedue i poli, altrimenti è inutile, perché non dà luce e crea danno distorcendo l'origine dell'intento, la comprensione della realtà.
La comunicazione è la trasmissione del messaggio che scorre da un interlocutore all'altro, essa si posiziona al centro, in posizione di equilibrio, generando comprensione. La parola stessa, Comunicazione, svela la sua natura e la sua missione racchiudendo in essa le parole Unica e Azione, Azione Unica: sia chi enuncia che chi ascolta tende al medesimo fine, matura fusione, congiunge in matrimonio davanti al significato del messaggio che segna entrambi nella Luce.
La fusione orizzontale fa da preludio a quella verticale: la personalità assorbe e compenetra lentamente il significato del linguaggio, l'anima invece lo coglie immediatamente e lo libera a sua volta verso la personalità, in modo subliminale, soccorrendola a più riprese con l'intuizione. La comunicazione è una croce, il crocevia, il punto d'incontro che concepisce l'allineamento senza il quale non c'è equilibrio e ci è precluso il vero.
L'uomo in cammino sulla Via del Servizio apprende gradatamente la sacralità del linguaggio e della comunicazione attraverso Stati di Grazia temporanei: la Buona Volontà e la sintesi di Luce e Amore renderanno infine, un giorno, permanente il risultato. Nel frattempo serena, indefessa e amorevole applicazione!
L'uomo con la magnificenza delle parole è come il viaggiatore che al cospetto di un paesaggio percepisce il bello senza coglierlo in pieno: solo una rivisitazione attenta e mirata darà modo di ricevere la luce del particolare e la reale portata di un messaggio. Il viaggiatore che coglie il senso generale di un viaggio è la personalità, la rivisitazione attenta è propria di chi è anima.


L'Astrologia

Mercurio, figlio del Padre (Sole) e della Madre (Luna), Messaggero di Intelligenza, comunica Amore (Venere) e Forza di Volontà (Marte). L'uomo (Terra), attraverso la Fiducia e la Gioia (Giove), la Responsabilità (Saturno), la Libertà (Urano), la Pietà e la Compassione (Nettuno) arriva alla Trasformazione (Plutone) per la Sua Rinascita Spirituale. Mercurio, Parola Intelligente, trasforma il figlio dell'uomo in Uomo Figlio di Dio.


Parola, Nome, Amore

Gesù il Cristo disse: " Quello che entrerà nella vostra bocca non vi può contaminare ma ciò che esce dalla vostra bocca vi contamina!"

Ogni parola deve essere permeata d'amore. Amore è come le onde del mare: i giochi sono innumerevoli. Il nome è una piccola onda carica di energia minima e forte. Detto ciò il nome è amore: il nostro nome è fatto unicamente d'amore. Nemmeno l'uomo è tanto amore quanto il suo nome: infatti il suo corpo è fango, mentre il nome è suono, vibrazione d'amore.
La parola deve essere armonica, perché dalla creazione del suono; la materia è creata e quindi ha la stessa vibrazione del suono che la crea. Così se i "ruvidi" discorsi danno fama, la parola armonica dà un ambiente armonico. Allontaniamo dalla nostra bocca le parole sgradevoli: è necessario. Niente ha emanazione migliore di una delicata parola.


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