La storia della Lombardia
Popolata dai Celti, forse già dal VI sec. a.C., la regione fu a lungo parte del territorio Gallo.
Popolata
dai Celti, forse già dal VI sec. a.C., la regione fu a lungo parte del
territorio Gallo. Fra le principali tribù vi erano i Galli Cenomani
e i Galli Insubri, i quali, scacciati gli Etruschi e i Liguri,
si stabilirono nella zona tra Brescia, Mantova, Cremona e nella pianura
(che da essi prese il nome di Insubria) tra il Ticino e il Po,
con centro a Mediolanum (oggi Milano), restando sempre in conflitto
tra loro.
I Romani, sfruttando la e rivalità tra i due gruppi,
riuscirono a conquistare il territorio degli Insubri, battendoli nel
222 a.C. Clastidium (Casteggio) e domando la ribellione scoppiata
nel 218 a.C. all'arrivo di Annibale. Profondamente romanizzata, percorsa dalle principali
vie che collegavano Roma al Nord dell'Impero, e costellata di numerose
e importanti città come Milano, Cremona, Como, Brescia, Lodi, Pavia,
ecc., la Lombardia raggiunse una certa prosperità economica, grazie
allo sviluppo dell'industria, del commercio e dell'agricoltura, ed ebbe
sempre grande importanza politica e militare come base romana nelle
terre dell'Europa settentrionale.
In età medievale, i territori dell'attuale Lombardia
subirono le dominazioni barbariche di Odoacre (V sec.) e degli Ostrogoti
(secc. V-VI), passando ai Bizantini dopo la guerra greco-gotica, per
finire conquistati dai Longobardi,
che fecero di Pavia la loro capitale e dai quali derivò il nome di Longobardia
o Langobardia (da cui Lombardia).
Nel VII sec., però, la dominazione Longobarda finì per
localizzarsi al Nord e fu seguita da quella franca (774), che introdusse
il sistema del feudale.
Quando l'Italia si staccò dall'Impero (888), l'area
corrispondente al Piemonte e alla Lombardia si frazionò in due marche,
quella d'Ivrea, fino al Ticino, e quella di Lombardia. Ma, mentre le
città (Milano, Pavia, Lodi, Cremona, Bergamo ecc.) sedi di comitati
continuarono a costituire il fulcro delle circoscrizioni politico-amministrative,
si consolidò il potere della Chiesa, che espandeva continuamente il
suo patrimonio territoriale.
Successivamente, dalle varie lotte che contrapposero
vescovi, signori feudali e nuovi ordini e ceti cittadini, emerse e si
consolidò l'istituto del Comune, che caratterizzò la vita politica e
sociale lombarda, fin dall'inizio del XII sec. I decenni seguenti furono contraddistinti dai contrasti
nati all'interno dei singoli Comuni, tra guelfi e ghibellini, che portarono
al progressivo sfaldamento del regime comunale, favorendo l'instaurazione
delle signorie (Della Torre a Milano,
Colleoni e Suardi a Bergamo, Cavalcabò a Cremona, Bonacolsi a Mantova,
ecc.).
L'affermarsi dei Visconti
(1277), a Milano, diede l'avvio alla formazione di un grande Stato,
con gli obiettivi di superare i problemi feudali e di espandersi territorialmente
ben al di là dei confini della Lombardia vera e propria. La crisi dovuta alla morte di Gian Galeazzo Visconti
ridimensionò lo Stato lombardo, che perdette diversi possedimenti (1428).
Passata sotto il dominio della famiglia Sforza, però non perse il ducato
di Milano che, alla pace di Lodi (1454), comprendeva: l'attuale Lombardia
(senza Bergamo, Brescia e Mantova), la sponda occidentale del Lago Maggiore,
la Valsesia, il Novarese, Vigevano, l'Oltrepò pavese, l'Alessandrino,
Piacenza, Parma e Bobbio, la val d'Ossola e il Ticino.
Conteso tra Francia e Spagna durante le guerre d'Italia,
il ducato di Milano passò definitivamente alla Spagna dal 1535, senza
però Bellinzona e i "baliaggi" del Ticino, che passarono alla Svizzera
(1503 e 1516), la Valtellina, annessa ai Grigioni (1512), Parma e Piacenza,
passate prima allo Stato Pontificio e poi alla famiglia Farnese. Passata all'Austria, in seguito alla guerra di Successione
spagnola, e acquisito il Mantovano, nel 1707, il ducato di Milano perdette
però tutte le terre a occidente del Ticino, poiché trasferite ai Savoia
in più riprese (1713, 1735-1748).
Nel Settecento, sotto il dominio illuminato di Maria
Teresa d'Austria, Giuseppe II e Leopoldo II, la Lombardia austriaca
fu caratterizzata da una vigorosa ripresa sia nel campo economico (creazione
di manifatture, sviluppo della gelsi-bachicoltura e della tessitura,
progressi dell'azienda capitalistica nella pianura irrigua) che in quello
culturale (l'Accademia dei Pugni, Il Caffè, l'opera di Beccaria, dei
Verri, del Parini, ecc.).
Parte integrante ed essenziale della Repubblica
Cisalpina e poi del regno d'Italia, la Lombardia, dopo la Restaurazione
del 1815 formò, con Venezia, il Regno Lombardo-Veneto.
Entrata a far parte del regno d'Italia, dopo la guerra
del 1859 (Mantova dopo quella del 1866), la Lombardia ha condiviso da
allora le vicende dello Stato italiano.
Tra i Comuni, si affermò gradualmente l'influenza di Milano, tanto che
quando Federico Barbarossa calò
in Italia, per riaffermare i diritti imperiali, constatò subito l'espansione
milanese e tentò di isolare la città. Ma una volta superate le gelosie
e le discordie locali e si arrivò alla costituzione della Lega lombarda
(1167), alla battaglia di Legnano (1176) e alla pace di Costanza (1183),
che rappresentò la base dell'autonomia dei Comuni italiani.
La regione continuò anche a progredire nel campo agrario, superando
con minor danno rispetto alle altre regioni, la grande depressione economica
del XIV sec.
Si aprì così un periodo di decadenza nella storia lombarda, caratterizzato
dal malgoverno spagnolo, dalla Controriforma
e dalla generale depressione economica che colpì l'Italia nel XVII sec.