La storia dell' Emilia Romagna
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10 Ottobre 2009 amministratore

La storia dell' Emilia Romagna

Questa regione, abitata fin dall'antichità, ottenne una vera e propria organizzazione politica verso la fine del VI secolo, con l'espansione etrusca sulle rive del Po. Importantissima per i suoi porti (Spina, Adria, Ravenna e Rimini), la regione vide fiorire molti centri

Questa regione, abitata fin dall'antichità, ottenne una vera e propria organizzazione politica verso la fine del VI secolo, con l'espansione etrusca sulle rive del Po. Importantissima per i suoi porti (Spina, Adria, Ravenna e Rimini), la regione vide fiorire molti centri urbani commerciali lungo la linea della Via Emilia, come Cesena, Modena, Parma, Piacenza e, sulle colline dell'alto corso del Reno, Misa (oggi Marzabotto).

All'inizio del IV sec. a.C., l'invasione celtica minò la prosperità della regione, e nel III a.C., i Romani la acquisirono e la ordinarono in provincia insieme alla Liguria. In questo nuovo ordinamento, la regione ebbe un incredibile sviluppo; divenuta punto centrale dell'Italia di allora, fu anche teatro di grandi scontri militari: il passaggio del Rubicone da parte di Cesare, la guerra di Modena, la stipulazione del secondo triumvirato.

Augusto ne fece la sua VIII regione, col nome appunto di Emilia, con i suoi importanti centri urbani come Forum Livii (Forlì), Forum Cornelii (Imola), Faventia (Faenza), Bononia(Bologna), Mutina (Modena), Regium (Reggio), Parma, etc...

Nel V sec. d.C., Onorio trasportò la capitale a Ravenna (402), e la parte orientale dell'Emilia, che prese poi il nome di Romania (Romagna), divenne il centro politico dell'Impero d'Occidente, ormai giunto al suo declino.

Ravenna fu anche capitale dei Goti, sede dell'esarcato Bizantino. Con l'invasione longobarda (568), la regione fu divisa in due; da una parte Modena, Parma, Piacenza e Reggio, ducati longobardi, e dall'altra, da Ravenna a Bologna, città bizantine.

Con i re carolingi (754-774) la regione fu messa sotto la giurisdizione papale, ed i ducati longobardi passarono dal governo dei conti a quello dei vescovi-conti (IX e X sec.), fino a passare definitivamente nelle mani della Chiesa, verso la fine dell'XI secolo.

Nel periodo dei comuni, Bologna, Piacenza, Modena e Reggio ebbero un notevole sviluppo dovuto certamente alla presenza di grosse correnti di traffico commerciale, ma presto si distrussero vicendevolmente in lotte e rivalità; in particolare, in seguito alla discesa di Federico Barbarossa, alcuni aderirono alla Lega Lombarda (1167), e altri sostennero l'Impero.

Il governo pontificio tentò di affermarsi con il cardinale Albornoz (1353-1367) e in modo più efficace con Cesare Borgia, fatto duca di Romagna nel 1501; morto papa Alessandro VI (1503), però le mire veneziane sulla Romagna furono neutralizzate dai papi successivi.

Durante le guerre del XVI sec. la valle del Po fu il punto nevralgico della politica italiana, divisa com'era tra Stato pontificio, Impero e signorie Estensi.

Durante i conflitti europei dei secc. XVII e XVIII, i vari Stati subirono diverse invasioni, e nel 1731, dopo l'estinzione della famiglia Farnese (subentrata a quella Estense), a Parma e Piacenza subentrarono i Borboni.

Nel 1797, dopo la pace di Campoformio, l'Emilia (salvo Parma lasciata ai Borboni) e la Romagna entrarono nella Repubblica Cisalpina, che nel 1802 diventò Repubblica Italiana, fino al 1805, quando Parma e Piacenza furono annesse alla Francia e il resto entrò nel Regno Italico.

Il congresso di Vienna restaurò gli equilibri di potere e il dominio temporale della Chiesa, e la partecipazione degli emiliani ai moti risorgimentali fu estremamente intensa, attraverso congiure e operazioni militari.

Fallito il tentativo di unirsi al Piemonte nel 1848, la fusione tra Emilia-Romagna e Regno d'Italia avvenne tra il 1859 e il 1860.

 

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