IL CINEMA ITALIANO
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

IL CINEMA ITALIANO

IL CINEMA ITALIANO DEGLI ANNI NOVANTA Il cinema italiano sta attraversando una fase di trapasso, di confusione e di incertezza, come del resto la società italiana e la politica

IL CINEMA ITALIANO DEGLI ANNI NOVANTA


Il cinema italiano sta attraversando una fase di trapasso, di confusione e di incertezza, come del resto la società italiana e la politica del nostro paese. Il fatto più evidente nel cinema è la perdita di capacità di capire e di narrare il nostro Paese, nelle sue tante contraddizioni, da parte delle vecchie generazioni. Inoltre, il cinema italiano è stato per troppo tempo, in mano ai burocrati e non alle persone competenti, e ha dovuto sottostare alla serie di lottizzazioni, trame politiche, finanziamenti dati e negati secondo criteri amicali e non di valore, che hanno determinato il suo ruolo di secondo piano rispetto al cinema mondiale.
Comunque, dopo il "grande sonno" degli anni Ottanta il cinema sta attraversando una nouvelle vague italiana con giovani registi di tutto rispetto. Abbiamo avuto negli ultimi anni alcuni film molto belli come quelli di Mario Soldini (Un'anima divisa in due); di Carlo Mazzacurati (Un'altra vita), di Mario Martone (Morte di un matematico), di Pasquale Pozzessere (Verso sud), di Antonio Capuano (Vito e gli altri), di Francesca Archibugi (Il grande cocomero), di Daniele Segre (Manila paloma blanca), di Sergio Rubini (Il viaggio della sposa); mentre Paolo Benvenuti con Confortorio e Gianni Amelio con Il ladro di bambini, più anziani e con più esperienza, hanno azzardato opere di grande e coraggiosa sintesi, e Giuseppe Tornatore che con il suo Nuovo Cinema Paradiso ha vinto l'Oscar nel 1990.
In questo breve ma significativo elenco non possiamo dimenticare Massimo Troisi, che partendo dalla commedia tipicamente italiana (Ricomincio da tre, Le vie del Signore sono finite, Pensavo fosse amore invece era un calesse in cui ci fornisce uno spaccato di vita borghese), è approdato al cinema d'autore, firmando con Il postino un grande film, e Roberto Benigni, che ha percorso in maniera originale la strada della comicità a volte anche surreale (Il piccolo diavolo, Jhonny Stecchino, Il mostro), per arrivare a film di grande spessore emotivo e sociale La vita è bella, vincitore di numerosi premi internazionali tra cui tre Oscar, in cui affronta il problema dell'antisemitismo in modo che può sembrare lieve e ironico.

Non dimentichiamo il contatto con la realtà di alcuni film, che hanno quasi riportato una nuova stagione neorealista: Mediterraneo di Gabriele Salvatores, vincitore dell'Oscar come miglior film straniero nel 1992, e Caro diario di Nanni Moretti. Quest'ultimo è un film a episodi, anzi a pagine di diario lette da Moretti stesso. Il primo, in vespa, è un racconto tutto romano, che racconta il vagabondare per la capitale con il famoso "vespone". Il secondo, è un giro per le isole Eolie, dove Moretti incontra le persone più strane e curiose. L'ultimo episodio, è una satira pungente verso la medicina che lascia molta amarezza e allarga gli spazi di riflessione.
Un campione di incassi giunto alla ribalta con un film ironico sulla gioventù anni novanta, con la sua difficoltà a responsabilizzarsi, è Leonardo Pieraccioni, che ha confermato il suo successo de I laureati, con Il ciclone un film in cui le vicende divertenti e a volte un po' improbabili del protagonista si confondono con un preciso spaccato di vita dell'Italia provinciale.
Gli anni novanta hanno consacrato, anche una nuova generazione di registe, che sono riuscite, pur partendo da esperienze diversissime fra loro, a dare un notevole contributo al cinema italiano, mettendosi in luce o consolidando la loro fama, con opere originali e innovative dopo anni di gavetta.
Queste sono: Stefania Casini, Cristina Comencini, Francesca Comencini, Simona Izzo, Francesca Marciano, Cinzia Th. Torrini.
Tra le attrici del cinema italiano contemporaneo ricordiamo: Maria Grazia Cucinotta, più volte paragonata a Sofia Loren, diventata famosa, grazie al ruolo recitato accanto a Massimo Troisi nel Postino, dopo anni di oscura gavetta e di ruoli televisivi mediocri in cui si è messa in mostra per la sua procace bellezza, Valeria Golino, Francesca Neri, Margherita Buy e Sabrina Ferilli.

 

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