Il quarto chakra
Saliamo ancora ed incontriamo Anahata, o Chakra del Cuore. Il significato letterale del termine è “non colpito” (an - non, ahat - colpito), quindi “illeso”, “pulito”, “risplendente”, mentre quello più profondo è “il suono che è creato senza che due cose
Saliamo ancora ed incontriamo Anahata, o Chakra del Cuore. Il significato letterale del termine è “non colpito” (an - non, ahat - colpito), quindi “illeso”, “pulito”, “risplendente”, mentre quello più profondo è “il suono che è creato senza che due cose si colpiscano", “il suono che non è prodotto da nessuna causa” e che “ha origine nel vuoto”.
Il centro del cuore è dove questo suono si manifesta come una vibrazione interna che non è mai nata eppure è eterna, è “il pulsare dell’universo”.
Il simbolo di Anahata è un loto blu scuro con dodici petali. All’interno si trova un esagramma formato da due triangoli intrecciati ed il mantra YAM, collocato sopra ad un’antilope nera, simbolo dell’elemento Aria.
Sul piano fisico, il quarto Chakra è associato al cuore, ai polmoni ed ai sistemi circolatorio e respiratorio, mentre, sul piano sottile, rappresenta l’unione di materia e spirito, di concreto ed astratto, di Terra e Cielo. L’amore, la “qualità magica” di questo Chakra, non si fonda sul niente, nasce dalla fusione dell’energia proveniente dai primi tre Chakra con i tre superiori. Un flusso ampio ed equilibrato genera un’armonia delle diverse energie, ed Anahata diviene raggiante, “la sede della forza creativa dell’universo” nel nostro corpo.
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