La Teatroterapia in Walter Orioli
Walter Orioli spiega il concetto di teatroterapia dicendo che è una disciplina che nasce dalla sintesi di pratiche teatrali e psicoterapeutiche quali: il lavoro dell’attore su se stesso e la psicoterapia
Walter Orioli spiega il concetto di teatroterapia dicendo che è una disciplina che nasce dalla sintesi di pratiche teatrali e psicoterapeutiche quali: il lavoro dell’attore su se stesso e la psicoterapia analitica, approcci attivi e globali all’essere umano.
Fa parte del benessere, a che fare con l’estetica, quel genere di verità che non produce né scienza né certezza.
Nella teatroterapia, l’autore, il regista, il terapeuta si occupano di aspetti diversi della messa in scena e dello sviluppo umano. Essi creano il clima di gruppo che favorisce e libera espressione dell’individuo, educato tramite l’uso di tecniche specifiche, all’incontro autentico con l’altro e con le proprie origini profonde. Ogni partecipante trova nel gruppo il giusto posto per esprimere quello che deve esprimere in quel momento della sua vita.
Le dinamiche di gioco nel gruppo di teatroterapia sono le vere artefici di cambiamenti comportamentali nelle persone e forse dei cambiamenti più profondi della struttura psichica delle stesse.
Nella teatroterapia il processo della messa in scena è transizione: scena che non ha necessità di essere replicata più volte. E’ un insieme di azioni elaborate in un montaggio preciso. Ciò nonostante essa esaurisce la sua funzione ideale non appena la forma si attua.
La teatroterapia agisce in diverse situazioni con finalità di prevenzione riabilitazione e cura di alcuni disturbi psichici lavorando spesso in luoghi quali ad esempio istituzioni, centri, associazioni, ma anche in strade, boschi e marine.
Il campo dell’arte- terapia comprende anche teatroterapia quale laboratorio sperimentale dove, colui che agisce sulla scena , produce valori e significati connessi alla propria cultura.
I tre dispositivi operativi della teatroterapia:
1. L’improvvisazione
2. La ripetizione e la formalizzazione dove l’attore sceglie, da tutto il materiale prodotto nell’improvvisazione, quello più significativo e lo precisa in una sequenza composta da elementi geometrici e spaziali, ritmo, intensità e pause per creare l’effetto personaggio.
3. L’estraniazione e la trascendenza donna ad un occhio esterno il materiale del suo lavoro.