10 Ottobre 2009
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MASSIMO D'AZEGLIO
MASSIMO D'AZEGLIO (Torino 1798-1866) Statista piemontese. Artista versatile (fu scrittore e pittore), cugino di Cesare Balbo, venuto in contatto con i cenacoli romantici
(Torino 1798-1866)
Statista piemontese. Artista versatile (fu scrittore e pittore), cugino di Cesare Balbo, venuto in contatto con i cenacoli romantici milanesi, dominati dalla figura del Manzoni (di cui sposò la figlia Giulia), acquistò fama come autore di romanzi storici e patriottici (Ettore Fieramosca, 1833; Niccolò de' Lapi, 1841). Confidando in Carlo Alberto per il successo delle idee nazionali e costituzionali, e insieme sospettoso verso l'attività delle società segrete, fu un esempio tipico di moderato liberale, legalitario e federalista, ed espresse le sue idee nello scritto Gli ultimi casi di Romagna (1846), in cui denunciò il malgoverno papale, disprezzando i tentativi insurrezionali del 1845. Scoppiata la prima guerra d'indipendenza (1848), fu aiutante di campo del generale Giovanni Durando, comandante delle truppe inviate dal papa contro l'Austria e combatté valorosamente, rimanendo, nell'eroica difesa di Vicenza. Dopo la rotta di Novara, per ordine di Vittorio Emanuele II formò un ministero (7 maggio 1849) col compito di porre fine alla guerra con l'Austria. Per questo la sua opera costituì la preparazione necessaria e diretta del decennio cavouriano, anche se troppe cose lo dividevano da Cavour, entrato nel suo ministero nel 1850 e destinato a sostituirlo nel 1852. Messo un po' in disparte, nonostante qualche missione , venne superato dal corso degli eventi. La sua ultima opera, I miei ricordi, apparsa postuma nel 1867, è uno degli esempi migliori della memorialistica risorgimentale, e da essa risulta la personalità dell'autore, legato alle tradizioni del suo Piemonte e tuttavia aperto alle esigenze del liberalismo ottocentesco. La sua opera pittorica, soprattutto di paesaggi delicati e malinconici d'ispirazione romantica, è in gran parte conservata nel Museo civico di Torino. |