L'emigrazione degli italiani durante il fascismo
societa
10 Ottobre 2009 amministratore

L'emigrazione degli italiani durante il fascismo

Fidando in questa seconda tendenza, gli italiani si illudevano che le restrizioni del 1921 non fossero che misure transitorie e che presto gli americani, "trovandosi

Fidando in questa seconda tendenza, gli italiani si illudevano che le restrizioni del 1921 non fossero che misure transitorie e che presto gli americani, "trovandosi a corto di braccia per i lavori agricoli ed edili, sarebbero stati indotti a riconoscere l'errore commesso ed a porvi riparo".

Nei primi mesi di governo, Mussolini non perse occasione per sottolineare a Washington l'importanza di una collaborazione in campo migratorio e tentò di rimuovere, almeno formalmente, ogni possibile motivo di diffidenza degli americani.

Alla tradizionale eccedenza di manodopera si aggiungeva infatti una questione di ordine contingente, nel senso che una liberalizzazione delle quote di immigranti ammesse negli Stati Uniti avrebbe consentito di attutire l'impatto del programma fascista per una riduzione degli effettivi sia nei servizi pubblici che nell'esercito.
Ad alimentare le illusioni di Roma, giunsero, ai primi di novembre del 1922 le dichiarazioni del Segretario di Stato al Tesoro, il quale, "constatato il rincaro del costo della vita, provocato dalla penuria di manodopera, auspicava una modifica delle restrizioni all'immigrazione, che permettesse l'ingresso negli Stati Uniti di un maggior numero di lavoratori, limitando, al contempo, l'introduzione di immigranti non lavoratori".

Mussolini non perse tempo per sfruttare l'apertura di Washington.
Il giorno immediatamente successivo, convocò i rappresentanti della stampa americana a Roma e, dilungandosi sui benefici effetti che avrebbero potuto derivare da una combinazione del capitale americano e del lavoro italiano, concordò pienamente sulla opportunità di una emigrazione selettiva. In quest'ottica, egli suggeriva che la quota di immigranti italiani negli Stati Uniti venisse aumentata dalle attuali 42.000 unità alle 100.000 unità annue.

L'efficacia della linea seguita dal duce sembrò confortata da una comunicazione "riservata" da Washington, secondo la quale il presidente Harding sarebbe stato sul punto di chiedere al Congresso "l'ammissione di lavoratori qualificati dei quali gli Stati Uniti sentivano fortemente la necessità".

 

Chiudi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati, nel corso del loro normale utilizzo, si avvalgono di cookie utili a migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni relative all'utilizzo del sito stesso. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo la pagina, cliccando su qualsiasi elemento o proseguendo la navigazione, acconsenti al loro utilizzo in conformità  alla nostra Cookie Policy.
Informativa Cookie Policy
Accetto i cookies