La vita quotidiana nel Settecento (XVIII sec.)
L'ambiente domestico: il Settecento Nel Settecento, pochi cambiamenti modificarono le città italiane, che, oramai erano state definite dal ciclo di grandi costruzioni del Rinascimento e del barocco.
L'ambiente domestico: il Settecento
Nel Settecento, pochi cambiamenti modificarono le città italiane, che, oramai erano state definite dal ciclo di grandi costruzioni del Rinascimento e del barocco.
Milano, il Teatro alla
Scala
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L'ambiente domestico variò infatti, più nell'arredamento
che non nell'aspetto. Bisogna considerare, che gli immensi palazzi italiani
erano difficili da riempire, e che spesso, l'impressione che davano
agli stranieri era quella di stanze sovraccariche di oggetti più
vari, non sempre in armonia tra loro.
Le testimonianze dell'epoca parlano di un tale sfarzo, da affaticare
gli occhi. Le pareti erano ricoperte da una quantità di quadri,
tale da non concedere a nessun'opera il valore che meritava. Pittori
olandesi, fiamminghi e veneziani erano confusi gli uni accanto agli
altri.
Veduta di Verona col
fiume Adige dal ponte Nuovo di Bernardo Bellotto (1747-48)
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Se le pareti abbondavano di quadri, erano quasi completamente sprovvedute
di ripari dal freddo. Mancavano quasi ovunque tappezzeria, pochi i tappeti,
e inesistenti le persiane e il riscaldamento. Nelle regioni italiane
più settentrionali si trovava qualche camino, ma non molti, poiché
era largamente ritenuto che il fuoco fosse malsano. I più freddolosi
utilizzavano degli scaldini per le mani, ossia di vasi di terracotta
ripieni di braci.
Raramente, in alcune case, si trovavano anche delle stufe a brace. A
Roma, queste stufe si accendevano solo nelle sacrestie e nelle anticamente
dei preti e dei cardinali, ma tassativamente solo dopo il 25 novembre.
I vetri alle finestre comparirono solo alla fine del secolo, poiché
fino ad allora erano considerati un bene di lusso.
Le case dei borghesi e dei mercanti erano invece piuttosto povere nell'arredamento. Le stoviglie di terracotta grossolana, erano modellate rozzamente. I mobili erano scuri e pesanti, le sedie scomodissime, le poltrone inesistenti e, nell'insieme, l'occhio veniva colpito dalla severità e dalla freddezza del tutto. Una nota di allegria era data, nelle regioni più calde, dalla presenza di terrazze abbellite da fiori ed alberi da frutta.
Piatti poveri
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Nei piccoli paesi, i borghesi, godendo di maggiori privilegi, vivevano
in case più ampie. L'arredo era comunque scarno, ed i letti,
privi di tendaggi o baldacchini, non erano altro che degli assi con
sopra un sottile materasso. Nelle camere da letto, completavano l'arredamento
poche sedie, per lo più di giunco, e qualche tavolino.
Le pareti ed i soffitti delle case erano, per lo più, di intonaco
bianco, ed i muri erano abbelliti da piccoli specchi, inseriti in larghe
cornici di legno dipinto, sovraccariche di elementi decorativi. Questi
specchi erano certamente decorativi, poiché di solito erano appesi
troppo in alto per potercisi specchiare.
I visitatori stranieri restavano colpiti dalla scomodità delle sedie di legno, presenti sia nella case borghesi che nei palazzi. Sedie con lo schienale drittissimo, su cui la notte riposavano i valletti, in assenza di letti per loro.
Veduta di Villa Melzi
d'Eril di Bernardo Bellotto, 1744
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Una particolarità di quest'epoca, che riguardò soprattutto
la nobiltà, furono i lunghi viaggi e le villeggiature. La
classe nobiliare settecentesca, in Italia, viaggiava molto. Le regioni
italiane erano spesso attraversate da ogni sorta di viaggiatore,
locale o straniero, che andava alla scoperta delle meraviglie del
Paese.
Sono infatti di questo periodo molti illustri diari
di viaggio, di scrittori italiani e stranieri.