L’EIACULAZIONE RITARDATA
Per quanto riguarda il trattamento dell’eiaculazione ritardata, Apfelbaum (2000) definisce questo disturbo come inibizione dell’orgasmo coitale maschile e presenta una riformulazione basata sul concetto di “autosessualità” nell’eiaculatore ritardato.
Per quanto riguarda il trattamento dell’eiaculazione ritardata, Apfelbaum (2000) definisce questo disturbo come inibizione dell’orgasmo coitale maschile e presenta una riformulazione basata sul concetto di “autosessualità” nell’eiaculatore ritardato. Questa definizione presuppone che il disturbo sia visto primariamente dal punto di vista della partner, piuttosto che del paziente: esso potrebbe essere denominato “partner anorgasmia”, poiché molti uomini possono eiaculare solo da soli. Notando che l’eiaculazione ritardata è un fenomeno clinico relativamente raro, Apfelbaum puntualizza che l’anorgasmia coitale nella donna, che equivale all’eiaculazione ritardata nell’uomo, viene trattata, focalizzandosi sui sentimenti negativi della donna nei confronti del partner e rivelando le sue pressioni durante il rapporto sessuale.
Al contrario, la maggior parte delle terapie sessuali consiglia l’uso di tecniche di stimolazione guidata per aumentare il livello di eccitazione nell’eiaculatore ritardato: queste procedure producono enormi pressioni sulla prestazione del paziente e una sorta di coercizione sessuale.
Apfelbaum asserisce che l’eiaculatore ritardato si pone sulla parte finale di un continuum, che va dagli uomini che preferiscono la stimolazione della partner a quelli che preferiscono l’autostimolazione: molti di questi uomini possono evitare di avere partner sessuali e non entrare mai in terapia.
Queste premesse rendono chiara la motivazione che spinge Apfelbaum (2000) ad essere molto critico nei confronti degli attuali approcci di terapia sessuale per l’eiaculazione ritardata: questi asseriscono che il riflesso dell’eiaculazione nell’uomo è “bloccato” o “inibito”, richiedendo l’aumento dei livelli di stimolazione da parte della donna. Infatti, piuttosto che incrementare le richieste di prestazione del paziente, Apfelbaum suggerisce una strategia controausiliaria (counterbypassing), che prevede l’incoraggiamento dell’uomo a manifestare apertamente la perdita di eccitazione e i sentimenti di distanza o ostilità da parte della partner, piuttosto che “girare intorno” a questi sentimenti negativi. Lo scopo della terapia è quello di focalizzarsi sulla consapevolezza, da parte del paziente, della perdita dell’eccitazione e vincere le richieste pressanti di prestazione che questi individui sperimentano.