Attenzione, Presenza e Coscienza nel Movimento Creativo secondo il metodo Garcìa-Plevin (III parte)
Praticare la disciplina del Movimento Creativo offre la possibilità di accedere nuovamente all’uso dell’emisfero destro del nostro cervello, uno dei fondamenti fisici del conoscere e dell’investigare la coscienza e i processi corpo/mente.
Praticare la disciplina del Movimento Creativo offre la possibilità di accedere nuovamente all’uso dell’emisfero destro del nostro cervello, uno dei fondamenti fisici del conoscere e dell’investigare la coscienza e i processi corpo/mente. Questa riscoperta può riportare in giusto equilibrio ed armonia i due emisferi. Essere presente e cosciente del flusso di sensazioni ed emozioni simultanee, che provengono da un movimento spontaneo, ci può portare ad essere in contatto con l’emisfero destro; poi, per dar forma a queste sensazioni ed emozioni, occorre anche il sinistro. Pertanto, nel processo creativo sono necessarie entrambe le funzioni che sono complementari. Possiamo quindi affermare che il significato di “Coscienza” porta in sé l’aspetto sia fisico che mentale, che devono incontrarsi ed integrarsi, connettersi e fondersi.
La consapevolezza di questa unità, o la sua mancanza, diventa una risorsa di base da utilizzare nel “creare” attraverso il movimento. La modalità fondamentale per scoprire e rafforzare l’unità di mente e corpo è l’utilizzo e lo sviluppo del senso cinestetico, ossia di quel sistema di messaggi atti a trasmettere gli indizi muscolari, articolari, cutanei, vestibolari, visuali e uditivi al cervello. L’Attenzione, la Presenza e la Coscienza stimolano la sensibilità cinestetica a sentire e registrare i movimenti del corpo, una sensibilità che, a sua volta, accresce le possibilità ed il raggio del movimento e l’espressione creativa.
Nel Movimento Creativo una tecnica utilizzata per il raggiungimento di tale consapevolezza è “la sagoma”, che si svolge tracciando il disegno che si ottiene delineando semplicemente i confini del nostro corpo su un grande foglio di carta. Nel tempo e con le modifiche che man mano apportiamo all’immagine con colori, tratti, parole, ecc va a riflettere e rappresentare la nostra coscienza interna e la conoscenza cinestetica che lentamente prende “vita”, mostrando le parti del corpo che sono più vicine alla coscienza, cioè “viste” internamente, mentre altre parti non sono ancora considerate.