Merce Cunningham e la danza come arte del rigore formale
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

Merce Cunningham e la danza come arte del rigore formale

Un’altra figura chiave della Danza Contemporanea fu l’americano Merce Cunningham: rifiuta apertamente gli psicologismi della modern dance e la dimensione interiore come motore drammaturgico e le emozioni come esito della narrazione.

Un’altra figura chiave della Danza Contemporanea fu l’americano Merce Cunningham: rifiuta apertamente gli psicologismi della modern dance e la dimensione interiore come motore drammaturgico e le emozioni come esito della narrazione. La sua concezione della danza vede quest’ultima come arte del rigore formale, arte dell’astrazione, libera da qualsiasi condizionamento ideologico, senza pretese didascaliche o intenti descrittivi. Tutta la sua ricerca si muove attorno ai concetti di spazio, tempo e immobilità con l’intento di ripensare la danza, il corpo e la sua relazione con la scena in una prospettiva non comunicativa, in quanto non è latrice di messaggi, né può fornire visioni precise della realtà: la forma del movimento e del corpo è sostanza della danza e mezzo e messaggio vengono a sovrapporsi, cosicché la natura della danza risulta dal processo con il quale la materia del corpo viene lavorata e dalla modalità con la quale è recepita. Parallelamente, si sviluppa un’apertura semantica, attraverso la quale Cunningham vede riflesso il proprio pensiero: si tratta della riscoperta della dimensione materiale dell’arte promossa dall’amico Rauschenberg che ha come conseguenza un’attenzione alla concretezza del fare artistico, per emarginare il più possibile la dimensione del significato a vantaggio del significante in tutte le sue qualità di per se stesse espressive. Tuttavia, per Cunningham, la tecnica è parte integrante dello stesso corpo concepito come luogo della creazione, in se stesso espressivo, e ritiene che questa espressività sia slegata da ogni intenzionalità comunicativa. Cunningham è quindi un teorico del movimento “puro”, per cui la danza non deve raccontare, ma solo “accadere”; egli costruisce i suoi balletti secondo il principio aleatorio, affidandosi cioè al caso: tramite un’estrazione si stabilisce in quale ordine debbano essere eseguite le varie sequenze di danza precedentemente composte. In questo senso, danza e musica sono scisse, in quanto l’una non deve necessariamente seguire l’altra. Cunningham è un innovatore anche dal punto di vista scenico: utilizza materiali in movimento, giochi di luce, strutture fisse o mobili, diapositive, spezzoni di filmati.

 

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